In questo articolo parliamo della nascita del pianoforte. Partiamo intanto da una curiosità legata a questa domanda.

Come viene prodotto il suono nel pianoforte?

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Il suono del pianoforte si genera tramite percussione, ovvero ciascuna corda al suo interno viene percossa da un martelletto, che viene azionato quando si preme il tasto.

La meccanica del pianoforte martelletti sulle corde

In che secolo nasce il pianoforte?

La storia del pianoforte inizia nei primi anni del Settecento (XVIII secolo), con il padovano Bartolomeo Cristofori, costruttore di clavicembali, a servizio del principe Ferdinando de’ Medici. Sulla data esatta dell’invenzione e quindi della nascita del primo pianoforte c’è un po’ di incertezza. Chi dice 1709, chi 1702, chi ancora 1698. Quello che è certo è che Bartolomeo Cristofori costruisce il primo strumento con questa meccanica a martelletti.

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Che differenza c’è tra pianoforte, clavicembalo e clavicordo?

Il pianoforte nasce con una meccanica diversa da quella degli altri strumenti a tastiera che possiamo considerare un po’ come i suoi diretti antenati. Infatti nel clavicembalo la meccanica pizzica la corda, mentre nel clavicordo le corde vengono fatte vibrare da lamine chiamate tangenti. Non a caso, lo strumento costruito da Cristofori viene definito da lui stesso “gravecembalo col piano e con il forte”. Il nome pianoforte verrà solo dopo.

Quali sono le esigenze musicali ed espressive alla base della nascita del pianoforte?

Si pensa che il pianoforte sia nato dalla volontà di ampliare le possibilità espressive dei suoi predecessori, quasi a unirli in un solo strumento. Il clavicembalo, infatti, aveva un suono abbastanza potente ed era già uno strumento virtuosistico. Il suo limite era quello di non possedere grandi dinamiche espressive, cioè il suono non cambiava più di tanto di intensità a seconda della pressione esercitata sul tasto. Il clavicordo, invece, consentiva una buona dinamica, quindi una buona alternanza dei piani e dei forti, ma aveva un suono piuttosto debole.

Perché si chiama pianoforte?

Il nuovo strumento costruito da Cristofori cattura subito l’attenzione generale, proprio per le sue nuove e diverse possibilità espressive, prima fra tutte la possibilità di poter suonare piano e forte, a seconda della pressione fatta sul tasto. In un resoconto del marchese Scipione Maffei nel “Giornale de’ Letterati” pubblicato a Venezia nel 1711, leggiamo queste parole a proposito della nuova meccanica inventata dal Cristofori.

“È noto, a chiunque goda della musica, che uno dei principali fonti, da quali traggano i periti di quest’arte il segreto di singolarmente dilettar chi ascolta, è il piano, e’l forte; (…) il quale artifizio è usato frequentemente (…) con diletto incredibile di chi gusta la perfezione dell’arte.”

Il Marchese Maffei continua l’articolo meravigliandosi di come gli strumenti costruiti da Bartolomeo Cristofori posseggano proprio questa qualità.

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Dalla nascita del pianoforte in Italia al successo… altrove

Tuttavia, dopo l’interesse iniziale, il pianoforte non riesce a imporsi durante la prima metà del Settecento. Lo stesso Cristofori, dopo averne costruiti circa una ventina, torna a fabbricare clavicembali…

È a questo punto che il centro di produzione di questi nuovi strumenti non sarà più la nazione dove è stato inventato. Da questo momento in poi, infatti, saranno molte le tappe che porteranno alla costruzione del pianoforte così come lo conosciamo noi ora. Il progressivo miglioramento delle tecniche costruttive viaggerà, come avvenuto anche per altri strumenti, di pari passo con lo sviluppo della tecnica dei virtuosi dello strumento.

La “seconda” nascita del pianoforte in Germania

In Germania il fabbricante di organi Gottfried Silbermann ha sott’occhio la meccanica dettagliata di Cristofori e la perfeziona. Costruisce tutta una serie di strumenti che ottengono alla fine anche l’apprezzamento di J.S. Bach, che dapprima aveva espresso invece un giudizio negativo. Sempre in Germania sarà Johann Andreas Stein a perfezionare ulteriormente questi strumenti, suscitando il grande interesse di Mozart che comincerà a utilizzarli nelle sue composizioni.

L’apporto della Francia nella costruzione dei pianoforti

In Francia sarà Sebastien Erard a dare un apporto indicativo alla costruzione di questi strumenti, tanto da incontrare il favore di Beethoven, che possiederà proprio un pianoforte Erard tra il 1803 e il 1806. E ancora in Francia ci saranno Ignace e Camille Pleyel, costruttori di quegli strumenti tanto amati da Chopin per la loro grande cantabilità.

Dalla Germania agli Stati Uniti, il pianoforte per eccellenza

Per concludere non possiamo non nominare Heinrich Steinweg, più conosciuto come Henry Steinway, costruttore di pianoforti tedesco, trasferitosi appunto in America, da qui il nome americanizzato, che nel 1853 fondò la fabbrica di pianoforti “Steinway & Sons”, un marchio che ha segnato indissolubilmente la storia del pianoforte fino ai giorni nostri.

Nascita del pianoforte Steinway

Ma qual’è “la Ferrari” dei pianoforti?

Questa storia, iniziata dall’Italia, non poteva tuttavia non far ritorno a casa. Proprio così. Nei primi anni Ottanta, infatti, un ingegnere nonché pianista concertista friulano, Paolo Fazioli, decide che è arrivato il momento che l’Italia riprenda il posto che le spetta, dopo essere stata, trecento anni prima il luogo di nascita del pianoforte.

Ed è così che oggi, un pianoforte Fazioli, può essere acquistato e personalizzato proprio come una Ferrari.

Pianoforte Fazioli rosso Ferrari

A CURA DI: Carlotta Masci

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