
Sarà perché il film “Amadeus” ha parlato di lui, della sua follia, delle leggende che si sono scritte sul suo conto immediatamente dopo la sua prematura scomparsa. Oppure sarà perché il suo genio sregolato ce lo fa apparire così simile a noi, ma Wolfgang Amadeus Mozart appartiene a quella ristretta cerchia di abitanti dell’immaginario della nostra epoca.
E la sua vita breve e intensa ci ricorda un po’ le esistenze spericolate di certi ragazzi di oggi.
Cenni biografici su Mozart
Nato a Salisburgo nel 1756, iniziò subito, fin dalla più tenera infanzia a viaggiare insieme con il padre in tutte le maggiori città europee.
Il talento precocissimo del giovane musicista aveva spinto il padre Leopold ad accompagnarlo in giro per le corti e i teatri come il più straordinario degli enfant prodige. E la sua fu un’educazione, in particolare musicale, influenzata da tutte le tendenze artistiche e compositive del ‘700: un’influenza italiana, respirabile ovunque in Europa, confermata anche dall’amicizia, nata quando aveva solo otto anni, con uno dei figli di Bach, Johann Christian, incontrato a Londra, ma che lassù aveva portato la sua lunga esperienza musicale milanese. Così come l’influenza parigina e viennese, attraverso vari compositori tra cui Haydn.
Il trasferimento di Mozart da Salisburgo a Vienna
Una svolta importante e determinante nella sua vita avvenne nel 1781 per un momento di ribellione, quando Wolfgang Amadeus aveva venticinque anni. Stanco dell’intollerabile sottomissione all’arcivescovo di Salisburgo, sua città natale, egli decise di andarsene, trasferendosi a Vienna. Qui trascorse una delle stagioni più brillanti della sua vita e sicuramente pensò che quella sua irrefrenabile ribellione avesse dato frutti positivi: si sposò con Costanza Weber, sorella di Aloysia, vecchio amore non corrisposto.
Il Ratto dal Serraglio
L’Imperatore gli commissionò un’opera che si intitolò il “Ratto dal serraglio”; per parecchio tempo la sua fama crebbe, Vienna lo venerò come un grande musicista, la sua popolarità come pianista gli consentì di comporre una grande quantità di concerti.

Ma dopo gli anni di vacche grasse vennero quelli di vacche magre: Vienna, che lo aveva accolto da trionfatore, cominciò a diventare ostile nei suoi confronti.
L’invidia dei rivali, i debiti di gioco e i problemi di salute
Alcuni musicisti, suoi rivali, mossero le proprie invidie nell’intento di screditare Mozart. I giochi subdoli dell’intrigo fecero poco a poco cadere la popolarità di cui godeva. In più i debiti di gioco e qualche problema di salute cominciarono a minare l’esistenza di Mozart e della sua famiglia.
Come se ciò non bastasse, la morte del padre, nel 1787, incupisce il pensiero del musicista, sbilanciandolo verso considerazioni nefaste. È una stagione, comunque, sempre densa di attività musicali; anzi, le difficoltà personali, i dolori uniti agli approfondimenti compiuti su alcuni grandi classici come Handel e Bach, danno alle sue opere successive al 1788 una consistenza e un rigore notevolissimi.
L’epilogo
Gli ultimi anni della vita di Mozart furono assai difficili, a causa dei crescenti problemi economici e delle grandi umiliazioni cui fu sottoposto; ma non si spense, fino all’ultimo respiro, la sua straordinaria capacità di elevarsi, artisticamente, al di sopra delle miserie della sua condizione umana.

Il “Requiem”, rimasto incompiuto, e amplificato nei suoi contenuti dalle tragiche storie che lo avvolsero, è come la logica conclusione, un estremo guizzo creativo, una sintesi disperata ma lucida di un compositore che per originalità, per inconfondibile stile, per autentica e semplice genialità ha lasciato un solco profondo e incancellabile nella storia della musica di tutti i tempi.