
Campionissimo collaudato di oceaniche performance multimediali, tra cui ricordiamo il concerto del 14 luglio 1979 che attirò oltre un milione di parigini a Place de la Concorde, i concerti cinesi a Pechino e Shangai dell’81, l’happening al centro spaziale N.A.S.A. di Houston del 1986 e la plateale celebrazione della Presa della Bastiglia del 14 luglio 1990, a cui assistettero due milioni e mezzo di persone, il multiforme compositore francese Jean Michel Jarre, nominato anche ambasciatore culturale dell’UNESCO, può essere ricordato per tante opere tra cui quella stilisticamente più variegata è “Chronologie” pubblicata nel 1993.

I luoghi più insoliti scelti per un concerto
Jarre, nell’esecuzione della sua composizione “Chronologie”, ha voluto evitare i grandi auditorium e le aree riservate alla cultura, prediligendo gli spazi aperti, i grandi stadi, ma anche le spiagge, i laghi e le immense verdi pianure d’Europa.
Sono infatti questi luoghi a fare da sfondo naturale o architettonico alla sua città immaginaria alta 25 metri e larga 150, concepita assecondando una geometria variabile costruita su volumi scomponibili, quindi adattabili, di volta in volta, ad ambienti e circostanze iconografiche del tutto dissimili.
Uno spettacolo ogni volta diverso
In questa ottica, decine di migliaia di persone poterono seguire perfettamente lo show da qualsiasi angolazione. Sullo stage centrale era costruito un virtuale villaggio globale luminoso, dove Jean Michel Jarre aveva sette musicisti al suo fianco, centinaia di coristi e comparse, insieme a una serie di orchestre ingaggiate in loco, per ottenere un più diretto coinvolgimento etnico-musicale dei Paesi che di volta in colta ospitavano l’evento.
Uno show multimediale come quelli di oggi
Vicino al palco vennero disposti venti schermi giganti e quattro torri costruite attraverso una complessa interazione di pannelli audiovideo digitali ad alta caratura tecnologica che, attraverso una sofisticatissima serie di mega-computer controllati da oltre 200 tecnici e ingegneri del suono, bombardarono la volta stellata con cinque speciali raggi laser, tracciando grafici e architetture luminose perfettamente sincronizzate con la musica.
Un autentico viaggio nel futuro
La musica di “Chronologie”, nell’immaginario di Jarre, avrebbe dovuto “viaggiare nel futuro” portandosi dietro i retaggi del passato, le ombre, le luci e tutte le speranze dell’umanità, ma anche le guerre, basti ricordare che, solo quattro anni prima della pubblicazione di Chronologie, crollava il muro di Berlino ponendo fine alla guerra fredda…

All’interno della composizione vivono una serie di riflessioni sulla ciclicità inesorabile del tempo e l’alternanza delle stagioni, espresse attraverso una vasta gamma di sequenze sonore eterogenee che coprono vari stili e generi musicali: classicismo, dance, new age, funky, scratch e coralità sacrali, indistintamente vestite con abiti elettroacustici. Chronologie a tutti gli effetti è una delle composizioni più eclettiche e originali che hanno caratterizzato l’epopea musicale degli anni Novanta.