
Dopo anni di formazione, lavoro sul campo e osservazione dei bambini da zero a sei anni di età, ho pensato di accostare i due concetti di eco identità e linguaggio musicale.
L’equivoco sulla “musica di qualità”
Per troppo tempo, nel sentire comune, è prevalsa l’idea che la musica, soprattutto la musica di qualità e ancora di più la musica definita come colta, fosse destinata a pochi.
Di fatto si tratta di un grandissimo equivoco, equivoco che nel corso del mio lavoro cerco di smentire ogni giorno. La musica, non solo è per tutti, ma di fatto DEVE esserlo, in quanto è caratterizzata dall’essere un linguaggio universale e potente: soprattutto per i più piccoli.
I bambini devono conoscere TUTTA la musica
Proprio loro sono i candidati ideali per un lavoro di educazione e sperimentazione musicale di altissimo livello. Questa fase dell’età evolutiva è davvero speciale. È un prezioso periodo durante il quale i bambini conoscono, sperimentano e apprendono utilizzando tutto il corpo e tutti i sensi.
Quindi, perché non rendere il linguaggio musicale un mezzo e non solo un fine dell’apprendimento?
L’attività musicale si potrebbe rivelare una risorsa unica per favorire la sperimentazione e la conoscenza dell’ambiente circostante, l’incontro con l’altro, col simile, col diverso, con la gioia, con il piacere e anche con la paura.
Per questo la formazione eco-identitaria, concetto relativamente nuovo a livello metodologico, è oggetto del mio lavoro condotto attraverso il linguaggio musicale. Un linguaggio che è innato nell’essere umano ed è universale, perché prescinde dalle barriere linguistiche, può essere il mezzo per stimolare e promuovere la formazione in senso appunto eco-identitario e proprio a partire dalla primissima infanzia.
Linguaggio musicale e linguaggio verbale
Le caratteristiche del linguaggio musicale e le sue similitudini con quello verbale in termini strutturali, ne fanno uno strumento prezioso nel percorso di sviluppo del bambino, sin dai primissimi mesi di vita.
Durante il corso degli anni, ho iniziato pertanto la ricerca di un quadro educativo e formativo più esteso nel quale collocare un uso più ampio ed efficace del linguaggio musicale, finalizzato a facilitare lo sviluppo di quelle competenze individuali e sociali che potrebbero promuovere nel bambino la formazione di un’identità in chiave ecologico-sociale, adatta alle sfide della post-modernità, ai continui mutamenti da cui nessuno può più trovare riparo.
Sviluppare il concetto di identità
Il concetto di identità può essere definito a seconda dei contesti in cui viene analizzato: identità personale, identità sociale, identità culturale e così via.
In qualche modo l’approccio eco-identitario definisce un ambito più ampio, che tiene sempre presente che l’essere umano è in continua interazione con l’ambiente: per ricevere, ma anche per incontrare, apprendere, in un’ottica di continui scambi che superino l’idea egoistica e antropocentrica “dell’ambiente da sfruttare” per il mero soddisfacimento dei bisogni umani.
Prima si comincia, meglio è
Mi è sembrata quindi inevitabile la riflessione per cui è indispensabile iniziare presto a sviluppare le eco-identità nei bambini.
E proprio per questo ho deciso di proporre e promuovere il linguaggio musicale come mezzo per tale sviluppo. Questo viene man mano interiorizzato attraverso i giochi musicali e il movimento.
L’avvicinamento alla musica sarà naturale come quello che avviene verso la lingua parlata e la musica diventa parte di quel prezioso processo di acculturazione, fondamentale nella prima infanzia.
A cura di Serena Veneri


