Ascoltare musica cantare salute

Quando si parla di ascoltare musica o di cantare che migliora la salute, è facile pensare a frasi come “canta che ti passa” o “la musica fa bene all’anima”. Ma cosa c’è di vero in tali affermazioni? E se la correlazione tra ascoltare musica, cantare, salute e benessere risultasse confermata, qual è realmente la natura di tale correlazione?

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Un concetto importante, ancor prima della musica o del cantare per stare in salute

Innanzitutto bisogna definire il concetto di benessere soggettivo. Si tratta di un concetto complesso e che comprende diverse dimensioni. La dimensione edonica, ovvero stati mentali positivi come felicità o al contrario anche stati mentali negativi come stress e ansia. La dimensione eudaimonica comprende stati mentali collegati all’autostima e alla percezione del proprio valore o scopo nella vita.

Benessere e salute tra ascoltare musica e cantare o suonare

Anche per quanto riguarda musica e salute o benessere, dobbiamo distinguere tra il semplice ascoltare e un’attività di diretta produzione musicale come il cantare o il suonare strumenti. Una review (sintesi e valutazione di studi su uno specifico argomento, ad esempio un intervento terapeutico) del 2017 ha discusso ben 37 studi presenti in letteratura, che esaminano complessivamente un’ampia gamma di interventi musicali ciascuno collegato a esiti positivi sul benessere soggettivo.

Tale lavoro ha messo in luce come attività collegate alla musica, dal semplice ascoltare ad attività più complesse come il cantare, possano determinare in diverse popolazioni (studenti, adulti, anziani) un miglioramento del benessere soggettivo. Questo si manifesta con un miglioramento significativo dei punteggi in importanti test come lo State-Trait Anxiety Inventory (STAI) e il Profile of Mood States (POMS).

Una sintesi fra 37 diversi studi su ascoltare musica, cantare e benefici per la salute

Nel complesso, gli studi sostengono ampiamente l’uso della musica e del canto per migliorare il benessere e ridurre o prevenire la depressione negli adulti in tutto l’arco della vita.

Anche se la maggioranza degli studi esaminati ha indagato quasi prevalentemente gli esiti determinati da attività più collegate all’ascoltare, alcuni studi hanno esaminato gli effetti del cantare, soprattutto del canto corale sul benessere soggettivo e la salute di specifici gruppi, come i detenuti adulti. Tali gruppi, ad esempio, che hanno praticato attività di canto corale per nove settimane, hanno mostrato miglioramenti significativi in socievolezza, giovialità e stabilità emotiva, con una riduzione della rabbia.

Cantare ascoltare musica e salute degli anziani
Foto di Gian Luca Pallai e Studio Pallai da un concerto del nostro Coro Gospel

La salute degli anziani e i benefici di ascoltare musica o cantare

Per gli adulti più anziani, ci sono prove convincenti che la partecipazione regolare ad attività di musica e canto possa migliorare e mantenere il benessere, prevenendo l’isolamento, la depressione e i disturbi mentali. Un’attività di ascolto musicale in cuffia (o comunque in tranquillità) di almeno 30 minuti a settimana per quattro settimane può riportare significativi miglioramenti nella qualità della vita e una riduzione dei punteggi medi della Geriatric Depression Scale (GDS).

Si è visto inoltre che un’attività di canto corale praticata da un gruppo di anziani per 14 settimane ha riportato una differenza significativa rispetto a un gruppo di controllo in termini di miglioramento dell’umore e della Quality of Life.

Musica e invecchiamento positivo

Ascoltare musica e cantare, in termini di salute, possono così contribuire all’invecchiamento positivo, aumentando il benessere emotivo e riducendo l’isolamento sociale. Nelle persone anziane sane l’ascolto della musica può temporaneamente migliorare l’attenzione e la memoria. La pratica regolare di hobby musicali, come cantare e suonare strumenti è stata associata a una migliore condizione di benessere.

Inoltre, interventi come il cantare in gruppo possono portare a miglioramenti del benessere e della qualità della vita e una diminuzione dell’umore negativo per gli adulti con una serie di patologie croniche.

Ascoltare musica e cantare, come influisce sul benessere di persone con demenza

Molto interessanti sono gli studi effettuati su popolazioni di soggetti affetti da demenza. Questi esaminano gli effetti delle attività musicali considerate come attività ricreative in grado di stimolare cognitivamente i soggetti. Potrebbero essere utilizzate regolarmente dai caregiver per aiutare a mantenere le capacità cognitive ed emotive della persona con demenza e per alleggerire il peso della sua assistenza.

I benefici della musica nella malattia di Alzheimer

Nella malattia di Alzheimer (AD), gli interventi basati sulla musica possono temporaneamente migliorare le prestazioni cognitive in compiti di memoria verbale ed episodica, oltre che essere efficaci nell’alleviare i sintomi neuropsichiatrici della demenza, come l’agitazione, depressione e ansia.

Uno studio del 2013 ha esaminato l’efficacia a lungo termine di semplici attività musicali, tra cui ascoltare musica e cantare, praticate regolarmente come parte dell’assistenza quotidiana da soggetti con demenza, insieme ai propri familiari o infermieri che si occupano della loro assistenza, sia sul funzionamento cognitivo, sull’umore e qualità della vita delle persone con demenza, sia sullo stress e carico psicologico esperito dai familiari.

Uno studio finlandese

I partecipanti allo studio sono state 89 coppie formate da pazienti con demenza lieve-moderata e i propri caregiver. Le coppie sono state reclutate nel corso degli anni 2009/2011 da 5 diversi centri diurni e centri di degenza di Helsinki e Espoo. I caregiver erano familiari (59) e infermieri (30) delle persone con demenza.

89 coppie divise in maniera casuale in 3 gruppi

Un gruppo dedicato al cantare, un altro ad ascoltare musica e un gruppo di abituale attività di assistenza (gruppo di controllo) sono stati monitorati per 9 mesi. L’obiettivo dei gruppi di intervento musicale era motivare e guidare i caregiver a usare il canto o l’ascolto della musica nell’assistenza per migliorare l’umore, aumentare la comunicazione reciproca e sostenere le capacità cognitive della persona con demenza.

Le abilità cognitive, l’umore e la Quality of Life delle persone con demenza e il benessere psicologico dei loro caregiver sono stati valutati in tre momenti: prima dell’intervento (baseline), subito dopo l’intervento (Follow-up 1, 3 mesi dalla baseline) e 6 mesi dopo la fine dell’intervento (Follow-up 2, 9 mesi).

Benefici del cantare in coro sulla salute
© Gian Luca Pallai e Studio Pallai da un concerto del Coro Gospel dell’Istituto Musicale “Corelli”

Gli effetti specifici dell’ascoltare musica e cantare sulla salute

I risultati di tale studio hanno evidenziato che sia il cantare che l’ascoltare musica sono stati in grado di mantenere o migliorare la cognizione generale, l’orientamento, l’attenzione e le funzioni esecutive, la memoria episodica autobiografica e di migliorare l’umore. Inoltre, il canto ha avuto un effetto specifico di miglioramento della memoria a breve termine e della memoria di lavoro delle persone con demenza e del benessere emotivo dei loro familiari.

Cosa avviene nell’ascolto di musica e nel canto

Ascoltare musica e cantare sono due attività che richiedono un impegno motorio e cognitivo molto diverso. Il canto è cognitivamente più impegnativo in termini di memoria a breve e a lungo termine, associata all’apprendimento e al recupero verbale, alla pianificazione/implementazione motoria associata alla produzione vocale, al mapping e all’integrazione motoria uditiva continua, associati al monitoraggio dell’output e alla correzione degli errori. Un sostegno dell’effetto del canto sulla memoria viene da studi comportamentali e di neuro-immagine. Questi dimostrano che il canto recluta non solo regioni cerebrali uditive e motorie, ma anche regioni cerebrali associate a memoria di lavoro, come la corteccia prefrontale dorsolaterale e inferiore, la corteccia cingolata anteriore e il lobo parietale inferiore.

Benefici del canto anche sui familiari di persone con demenza

È stato inoltre riscontrato in questo studio che il canto può ridurre il carico psicologico vissuto dai familiari delle persone con demenza. Infine, a prescindere dal cantare, è emerso che ascoltare musica ha avuto un effetto positivo a lungo termine sulla Quality of Life delle persone con demenza.

In che modo attività musicali regolari possano migliorare il funzionamento emotivo e cognitivo delle persone con demenza?

Una spiegazione riguarda il contributo positivo di tali attività sulla riserva cerebrale e cognitiva. Parliamo cioè della capacità del cervello di utilizzare reti e strategie cognitive alternative per far fronte all’avanzamento della patologia. Perciò attività cognitive stimolanti possono essere associate a un più lento declino cognitivo nella demenza, nella fase iniziale della malattia di Alzheimer (AD) e a una migliore capacità funzionale nelle fasi successive.

Impatto emotivo della musica sia attraverso l’ascoltare che il cantare

Un’altra spiegazione riguarda l’impatto emotivo della musica e l’attività neurale associata a esso (regioni sottocorticali e mediali come l’amigdala, il nucleo accumbens, l’area tegmentale ventrale, il cingolo e la corteccia orbitofrontale). Queste aree tendono a degenerare per ultime. La corteccia prefrontale mediale, ad esempio, è un importante centro neurale per l’associazione di musica, emozioni e ricordi. La sua conservazione spiega perché una musica particolarmente familiare evoca emozioni nelle persone con AD grave e avanzato.

I risultati dello studio hanno quindi evidenziato che attività musicali quotidiane, come il cantare e ascoltare musica di canzoni familiari, fornite da parte dei caregiver delle persone con demenza, apportano benefici dal punto di vista cognitivo, emotivo e sociale. Da un punto di vista clinico sono promettenti, poiché incoraggiano l’uso del canto e dell’ascolto della musica come attività ricreative benefiche. E questo sia per il benessere generale del paziente con demenza che per i loro caregiver.

FONTI
Särkämö, T. et al. (2013) Cognitive, Emotional, and Social Benefits of Regular Musical Activities in Early Dementia: Randomized Controlled Study. The Gerontologist Vol. 54, No. 4, 634–650
Daykin, N. et al. (2018) What works for wellbeing? A systematic review of wellbeing outcomes for music and singing in adults. Perspectives in Public Health, Vol 138 No 1

A cura di Maura Marzoli

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