Georg Philipp Telemann, Vita e Opera del più prolifico compositore del barocco tedesco

Gabriele Formenti: Georg Philipp Telemann Vita e Opera del più prolifico compositore del barocco tedesco (Zecchini Ed. – 2020) € 37,00

Vi sono compositori che riescono a rappresentare da soli la ricchezza dell’epoca in cui sono vissuti

Questo porta a rendere una loro biografia, un saggio dedicato, un lavoro organico sulle loro figure qualcosa più di uno studio monografico, ma una guida ai caratteri di un periodo intero.

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Uno di questi è sicuramente Georg Philipp Telemann (1681-1767), il compositore tedesco che oggi il grande pubblico generalmente conosce dalla angusta prospettiva di “ombra” di Bach.

Per comprendere la subalternità cui questo longevo e prolifico autore è stato troppo a lungo relegato, basti pensare che possiamo solo oggi, grazie allo studio e alla passione del musicologo e flautista Gabriele Formenti, la prima monografia italiana a lui dedicata.

Il primo nome di Telemann

Anche in questo caso, aggiungiamo una parte extra a questo articolo, visto che spesso nei cruciverba e in altri quiz appare la definizione o domanda “Il primo nome di Telemann”, la cui risposta è proprio Georg (nome tedesco da pronunciare con il Gh) e non George all’inglese, con la e finale.

Il volume Georg Philipp Telemann Vita e Opera del più prolifico compositore del barocco tedesco riesce nella delicata missione di equilibrare racconto e approfondimento.

Parliamo infatti di un musicista che, in 86 anni di vita, diede forma a un corpus di oltre mille composizioni. Ciò ha reso ardua l’impresa, per qualunque saggista, di accostarsi in modo organico a tanta materia senza possibili rischi. Da una parte quello di trascurare componenti essenziali, dall’altra di sconfinare nella parcellizzazione della trattazione. La sfida è stata raccolta e affrontata con successo da Formenti. Egli ha saputo delineare le tappe della vita e le fasi della produzione di Telemann. I capitoli sono infatti brevi e accattivanti, ma parimenti ricchi di informazioni e lineari nell’esposizione.

La lungimirante disposizione dei paragrafi alterna così tratti biografici, peculiarità stilistiche e analisi musicali. Tutto in modo da mantenere desta l’attenzione del lettore e agevolandone la comprensione degli argomenti. Le tappe della vita di Telemann si susseguono così di città in città. Dalla nativa Magdeburgo alla definitiva Amburgo, toccando altre tappe “bachiane” come Eisenach o Lipsia, raccontate con ricchezza di dettagli e di aneddoti, ma anche intervallate da approfondimenti critici. Solo per citare un esempio, il rapporto con Johann Sebastian Bach, sia dal punto di vista biografico che musicologico. Non mancano anche esempi stilistici, come l’impiego dello stile polacco quasi come un’anticipazione della futura etnomusicologia.

Tutto concorre, insomma, al raccontare un compositore che ha autenticamente incarnato un’epoca, quale quella barocca.

Mai questa ha smesso di esercitare il suo fascino sugli appassionati. Appassionati cui, ovviamente, il volume non è certo esclusivamente destinato, anzi. Il volume rappresenta un punto di riferimento pratico anche per tutti gli studiosi, integrato dal catalogo completo delle opere (112 pagine) e da una bibliografia essenziale che, ahinoi!, conferma come gli studi italiani sull’argomento siano ancora carenti. Qui la recensione del volume su RaiRadioTre.

A impreziosire ulteriormente il testo, si trova un’accurata selezione di ascolti, caricata su Spotify, a comoda disposizione dei lettori: un avviamento alla comprensione di Telemann in cui Gabriele Formenti ha messo in campo tutta la competenza di critico musicale e discografico, particolarmente attento alla componente filologica delle prassi esecutive.

Il volume di Formenti, in conclusione, si colloca nel panorama musicologico italiano esattamente là dove se ne sentiva la necessità. È lo stesso autore ad augurarsi che il suo testo non sia l’atto conclusivo di questo filone di ricerca:

«L’auspicio è dunque che molti altri lavori in italiano possano fare seguito a questo, il quale, lungi dal potersi considerare esaustivo, è nondimeno un primo, serio tentativo di raccontare l’unicità di Telemann e la sua grandezza».

A cura di Alessandro Nardin

2 Settembre 2021
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