Johannes Brahms nel 1853

Johannes Brahms nasce ad Amburgo il 7 maggio 1833 e muore a Vienna il 3 aprile 1897. All’età di vent’anni, esattamente il 28 ottobre del 1853, certamente non si sarebbe aspettato di ricevere una sorta di passaporto iniziatico nientemeno che da Robert Shumann, tra i più importanti compositori del romanticismo tedesco, oltre che pianista e critico musicale che, proprio dalle colonne della leggendaria rivista “Neue Zeithschrift fur Musik”, salutava in Brahms il nuovo astro del firmamento musicale.

Una grande responsabilità

Se da un lato il viatico shumaniano aprì molte porte al giovane Johannes Brahms, è anche vero che il peso di una tale responsabilità acuì esponenzialmente le capacità di autocritica di cui era già assai dotato. Quel che a posteriori stupisce dalle parole di Shumann è lo straordinario acume di quest’ultimo con il quale è riuscito a individuare, in un musicista di giovanissima età, le qualità essenziali della sua personalità e delle sue composizioni.

Robert Schumann
Robert Schumann

Un pensiero musicale ancora più profondo del suo virtuosismo pianistico

Schumann comprende subito che, nonostante lo straordinario virtuosismo pianistico dimostrato in concerto, il pensiero musicale brahamsiano affonda le radici nella vocalità orchestrale.

Johannes Brahms tende sempre a esaltare e trattare lo strumento pianoforte come un’orchestra. Le sonate sono piuttosto “velate sinfonie” e tutto questo, da parte di un ventenne, musicista (!!) che avrebbe composto la sua prima sinfonia più di vent’anni dopo.

Johannes Brahms e la musica del suo tempo

Shumann intuisce la stretta connessione tra la personalità di Brahms e il carattere della musica. All’epoca (1850/1860 circa) la vita musicale era al centro di tensioni spirituali molto violente.

Immaginiamo Chopin, Liszt, Mendelssohn e lo stesso Schumann preoccupati, ognuno per diversi motivi, nel non trovare nella nuova generazione di musicisti un ricambio adeguato, un proseguimento della loro battaglia fondata sui fortissimi principi libertari e antiaccademici che avevano dato vita al Romanticismo.

Il bisogno di individuare validi eredi

Se è possibile trovare un filone unitario che lega l’opera di Listz a Wagner e poi Bruckner, è anche probabile che un musicista come Schumann cercasse incessantemente un “pupillo”, qualcuno chiamato a dare la massima espressione ideale al suo tempo.

Nella medesima situazione si trovò, pochi anni più tardo, lo stesso Brahms nei confronti del poco più giovane Antonin Dvoràk, di cui divenne strenuo sostenitore.

Schumann vide in Johannes Brahms l’apostolo che avrebbe dimostrato da subito la sua maestria. La maturità precoce è infatti un’altra peculiarità brahmsiana e, a posteriori, possiamo vedere benissimo che le composizioni giovanili del compositore tedesco hanno la stessa pulizia formale, il medesimo spessore e le identiche ambientazioni sonore delle composizioni della maturità.

Conclusioni

In conclusione su può affermare che le composizioni di Brahms sono sigillate da due testimonianze: quella introduttiva sopra descritta e quella conclusiva di un suo ammiratore di un secolo dopo, Arnold Schoenberg.

Infatti nel 1933, anno del centenario della nascita di Johannes Brahms, viene pubblicato un saggio di Schoenberg intitolato Brahms il progressivo, testo che risulta essere fondamentale per la comprensione del grande maestro di Amburgo.

A cura di Antonello Bucca

14 Settembre 2025
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