Esistono vari stili e ritmi di chitarra africana, che traducono l’area geografica dei diversi popoli. Quello che la chitarra fa è cercare di trasportare i ritmi delle percussioni e di altri strumenti tradizionali su uno strumento moderno. La chitarra africana è per questo un invito alla gioia e al ballo.
Gli approcci fondamentali della chitarra afro
Due sono gli approcci fondamentali di questo strumento nella musica africana.
Chitarra ritmica
Si appoggia sulle triadi, in un registro basso e in questo modo sorregge meglio la voce, senza disturbarla, attraverso un loop adatto di accordi, solitamente una sequenza armonica abbastanza semplice.
Chitarra solista
Riprende le stesse triadi (usando i rivolti) in un registro più alto e aggiungendo tutte le tensioni possibili, sopra la triade, per scatenare così una forma di “trance” per chi sta ballando, un po’ come avviene in Italia – per capirci – nella pizzica salentina o in altre musiche e danze popolari.
L’uso dei bicordi rimane un’altra caratteristica della chitarra africana, indipendentemente dalla zona geografica.
E ora scopriamo 5 stili e ritmi di chitarra da altrettante zone dell’Africa.
1) Il Soukous, stile tipico del Congo
In questo video vi mostro il ritmo Soukos, originario del Congo, in un approccio basilare che utilizza in modo istintivo le cosiddette tecniche PULL OFF e HAMMER ON, alla maniera dei primi chitarristi africani.
2) Digba, Costa d’Avorio
È la trasposizione dell’atmosfera tradizionale “Digba”, tale quale, rispettando soprattutto gli accenti caratteristici del ritmo.
Anche se la clave è in 6, occorre pensare in 4/4 per rendere meglio l’idea, basata sugli accenti della clave tradizionale.
Come pensare ritmi e stili quando si suona la chitarra africana
Come nei maggiori casi della musica moderna africana, che si appoggia sui ritmi tradizionali, eseguire un ritmo pensando ad altre suddivisioni rende meglio l’idea, se si vuole rimanere il più vicino possibile alla radice, che è naturalmente poliritmica.
La chitarra “Digba” è nata negli anni ’50, con l’apparizione della musica moderna in Costa d’Avorio. La chitarra andava suonata come se fosse una percussione, per stimolare il publico a scatenarsi, esattamente come nella tradizione.
3) Ritmo High Life, Ghana e poi Nigeria
La chitarra High Life, come lascia intendere il nome (un po’ tipo “alta borghesia”), è apparsa prima in Ghana negli anni ’40/50 e in seguito in Nigeria, con l’arrivo in massa dei primi intellettuali moderni africani, di ritorno dagli studi occidentali (Europa e USA).
Il beat non doveva essere veloce, per non fare sudare molto i nostri “intellettuali” e capi.
In realtà i chitarristi si sono ispirati alla tradizionale clave del ritmo “Palm Wine” (vino di palma) per cui la chitarra high life è anche chiamata chitarra palm wine.
Perché si dice “Chitarra Palm Wine” e cosa significa
Nella tradizione africana, il vino di palma si beve sia a cena, con tutti i componenti della famiglia (zii, cugini, esclusi ovviamente adolescenti e bambini) che in particolari cerimonie. Quindi il ritmo deve essere rilassante in queste cerimonie, per non far salire troppo l’alcool e poter ballare mantenendo eleganza ed equilibrio.
Inoltre i chitarristi hanno inserito nel loro gioco sonorità jazz/blues appunto divenute nel frattempo popolari fra i nostri “intellettuali” emigrati. Gli accordi sono quindi più arricchiti, ricordando appunto atmosfere più jazz e blues, così come fa anche il bassista, che esegue anche il cosiddetto walking bass.
4) Makossa, la chitarra del Camerun
La chitarra Makossa è prevalentemente ritmica e morbida. In realtà si appoggia sul groove del basso, che a sua volta traduce la virtuosità piacevole delle percussioni. Non a caso in Africa i migliori bassisti provengono tutti dal Camerum, proprio perché già avvantaggiati dalla pratica del Makossa.
Questo contrasto tra chitarra morbida e basso molto groovy crea un’atmosfera che invita subito al ballo, come d’altronde avviene per quasi tutte le musiche africane.
5) Ngoni, l’antenato della chitarra in Mali
La chitarra riprende direttamente la funzione e i motivi musicali proposti da strumenti tradizionali a corde, come in questo caso lo Ngoni. Alcune note vanno suonate un po’ “mute” (quasi fossero ghost note) sempre attraverso la tecnica del “pull off e hammer on”, per rendere l’idea dello strumento tradizionale.
Gli accordi vanno sempre suonati?
In questo caso gli accordi il più delle volte non vanno eseguiti, visto che il motivo in loop proviene da una scala, quindi può essere costituito semplicemente da una sequenza di note singole, che serve più che altro da tappeto per la voce. Il canto ricorda infatti il blues e tutti gli esperti sono anzi unanimi nel dire che il canto originario del blues proviene proprio dal Mali.
La chitarra nella musica dei Griot
Essendo prevalentemente il Mali un popolo di “griot” (cioè cantanti tradizionali che raccontano la vita e le storie della gente attraverso canti adatti per l’ascolto), utilizza più che altro la chitarra per girare intorno a un frammento melodico, ripreso poi dal canto, allo scopo di rendere più potente il racconto.
A cura di Laurent Digbeu
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