
Prima di parlare del metodo Drumming System, è d’obbligo la premessa che al giorno d’oggi esistono una miriade di metodi didattici per batteria. Nonostante la relativa giovinezza del nostro strumento (un solo secolo di vita, ne ho parlato qui), tanta letteratura è stata già prodotta in merito.
I metodi storici per batteria prima di arrivare al metodo Drumming System
Dai metodi storici come Stick Control e Syncopation, passando per i Patterns di Gary Chaffee, fino al celebre Gaddiments di Steve Gadd pubblicato recentemente, non manca certo la scelta tra titani dello strumento. Possiamo tranquillamente dire che il mercato al giorno d’oggi è alquanto saturo.
Altri metodi per batteria specifici
Volete imparare a suonare la Drum n’ Bass? Johnny Rabb ha scritto un eccellente metodo al riguardo (Jungle/Drum n’ Bass For The Acoustic Drumset, Alfred editore), volete imparare a suonare l’Hip Hop con i groove suddivisi in quintine? Swag Drumming, Jan Pfennig, AMA Verlag e la lista potrebbe continuare all’infinito…
Solo il tempo può confutare la validità di un metodo e quindi decidere se lasciarlo o no nel dimenticatoio. Ma qui entrano tanti fattori in gioco.
La mia esperienza con altri metodi per batteria diversi dal metodo Drumming System di Cristiano Micalizzi
Non mi nascondo nel dire che ho una vasta conoscenza dell’argomento, perché per qualche anno mi è piaciuto letteralmente “collezionare” metodi di batteria. Quello che cercavo era una conoscenza globale dello strumento, prima di comprendere una cosa molto importante: è quasi impossibile farlo. E sapete perché? Perché la musica Popular, per fortuna, cambia continuamente.
Un’altra cosa emersa dalla mia ricerca è che la maggior parte dei metodi americani, se non tutti, preferiscono focalizzarsi su argomenti specifici. Eccetto il Groove Essentials di Tommy Igoe o Time Functioning Patterns di Chaffee, o ancora Drum Set Essentials di Peter Erskine, la maggior parte dei libri si concentra su un solo aspetto del drumming.
Che sia tecnica, un genere in particolare o come far sparare allo strumento fuochi d’artificio, la storia non cambia…
Quello che sto cercando di dire è che difficilmente si riesce a trovare un unico metodo o un libro che tratti più argomenti insieme. O che, una volta riuniti i componenti, fornisca un quadro generale dei vari aspetti dell’arte della batteria. Un paio di buoni tentativi sono stati realizzati da Tullio de Piscopo, per esempio, con il suo Metodo Per Batteria, o dal già citato Erskine.
Perché proprio il metodo Drumming System di Cristiano Micalizzi?
Questo mio lavoro vuole essere prima di tutto un omaggio al metodo di Cristiano Micalizzi. Per chi non conoscesse Cristiano, c’è un’esauriente biografia sul suo sito web.
Chi è Cristiano Micalizzi
Batterista e turnista di successo, Cristiano Micalizzi ha suonato con molti dei grandi nomi della musica italiana e internazionale, dimostrando una precisione e una bravura che gli sono valsi ingaggi di prestigio, come l’appuntamento ormai annuale con il festival di Sanremo.

Ma non sono qui allo scopo di cantare le lodi del mio maestro, né tantomeno per fargli più pubblicità del necessario. Non ne ha, ve ne assicuro, proprio bisogno. Non voglio neanche addentrarmi nella diatriba su quale sia il metodo migliore da impiegare nell’insegnamento della batteria.
Ce ne sono talmente tanti… oppure “non ce ne sono affatto”, stando all’opinione di alcuni docenti che preferiscono insegnare facendo suonare gli allievi sui dischi e basta. E anche questo va bene.
Apprendimento e insegnamento di uno strumento sono questioni talmente soggettive che sarebbe impossibile trovare una scuola di pensiero unica
Prendo in prestito queste parole di Tommy Igoe dal suo DVD Great Hands For A Lifetime:
“Se esistesse un unico modo di suonare, suoneremmo tutti allo stesso modo, impareremmo tutti le stesse cose e non ci sarebbe nemmeno bisogno che io sia qui a farvi lezione oggi”.
Niente di più vero.
Io non voglio presentare questo Drumming System come il metodo che ha rivoluzionato la storia nella didattica della batteria, come d’altronde scherza lo stesso Cristiano:
“Non mi sono inventato niente di nuovo”.
Il vero merito sta nel fatto di aver organizzato e codificato una serie di concetti utili in un unico sistema, chiaro e preciso, che è già in grado di dare ottimi risultati, con il giusto impegno, dopo qualche mese di lavoro e di fornire solide basi che rimarranno salde nel tempo.
Ciò che del metodo Drumming System non sono opinioni, ma esperienza personale
La mia intenzione è di raccontarvi e introdurvi a ciò che ha funzionato PER ME. Per quelle che sono state le mie prerogative da studente, e oggi da insegnante, io ritengo ci sia bisogno di un metodo comprensivo che introduca, dando fondamenta solide, i principali aspetti dell’apprendimento della batteria.
Metto le mano avanti: sarà impossibile raccontare tutto in solo articolo, ma anche in più di uno… Se si potesse insegnare un intero metodo attraverso poche righe di un blog non ci sarebbe bisogno né di insegnanti né di scuole di musica!
Una puntata per ogni libro
Quello che invece voglio offrire è una piccola introduzione in quattro puntante a ognuno dei libri che compongono il metodo. Ne spiegherò le prerogative e gli obiettivi, presentando un capitolo come esempio e l’approccio con cui affrontare ciascun libro. Mi scuso in anticipo se entrerò troppo nel dettaglio tecnico e se in alcuni casi questi articoli dovessero risultare troppo per addetti ai lavori.
Spero che comunque i concetti espressi, che per me sono oro puro, vi possano invogliare a uno studio più consapevole. Far cioè riflettere su alcuni aspetti o semplicemente far venir voglia di impugnare un paio di bacchette. Vi auguro buona lettura!
Il concetto del “Drumming System” e presentazione del metodo con estratto in pdf
Chi volesse, potrà anche sentirlo spiegato dallo stesso Cristiano Micalizzi in un’intervista con Corrado Bertonazzi, eccola.
Il Drumming System è un concetto che Cristiano ha sviluppato mentre studiava a Berkeley e costituisce il fondamento portante di tutto il suo metodo didattico. Esso consiste in una pagina dove sono riportati un totale di 24 esercizi.
Questi esercizi non sono altro che tutte le disposizioni possibili di note di quarti, ottavi e terzine in una misura di 4/4. Partendo quindi dalla disposizione di base, queste note possono essere suonate sul rullante, con la cassa e con il charleston con il piede. Ma non finisce qui. Le note possono diventare accenti disposti su un tappeto di note suonate piano (ghost notes), accenti di rulli a colpo singolo, doppio e in terzine, flams, drags, paradiddles, combinazioni di cassa e rullante e combinazioni di rullante con charleston con piede.
Metodo Micalizzi per batteria The Drummer’s Technique accedi da qui al pdf in omaggio con la pag.9

Come potete vedere, da una semplice pagina di combinazioni elementari, si può ricavare il fondamento su cui poggia la tecnica batteristica nel suo complesso
Ovviamente questo è un discorso puramente tecnico (non a caso il metodo Drumming System è più evidente sul libro The Drummer’s Technique), eppure è proprio capendo questo concetto di partenza che si può vedere anche come influenzi il lavoro anche negli altri volumi del metodo.
Per esempio nel libro The Drummer’s Reading (di cui parlerò a breve) ogni sezione del libro è introdotta da un concetto simile, c’è sempre una pagina con la disposizione di base delle note, a cui seguono gli esercizi di lettura vera e propria.
L’idea di questo metodo è nata dall’esigenza di codificare degli appunti che Cristiano già usava per le sue lezioni private. Come molti metodi di successo, la richiesta ha ben presto superato l’offerta. Ed ecco che poi, come potrete ascoltare dall’intervista, dopo innumerevoli e pazienti tentativi, si è arrivati al metodo che conosciamo oggi.
Cristiano mi ha confessato a lezione che “C’è un po’ di ogni libro in tutti i libri”, ma questo è vero tanto quanto il fatto che, sebbene ogni libro possa esistere come entità separata e che alcuni concetti finiscano per ripetersi, è solo riunendo insieme tutti i componenti che si ottiene un quadro completo.
I 4 libri del metodo Drumming System
Analizziamo quindi quali sono questi componenti, riportandoli in ognuno dei volumi che compongono l’opera. Il metodo Micalizzi si compone di quattro libri e sono:
- The Drummer’s Reading (libro Rosso) dedicato alla lettura di base. Si compone di 28 capitoli in cui sono analizzati i principali concetti di lettura ritmica, divisi per argomento e con esercizi di ricapitolazione alla fine di ogni sezione. Ogni esercizio è dimostrato su CD.
- The Drummer’s Technique (libro Verde) il libro della tecnica. È questo il libro in cui viene mostrato il fulcro del metodo Drumming System e le sue varie applicazioni, con esercizi di sviluppo, orchestrazione sul set e ricapitolazioni rudimentali. Caratteristica particolare di questo libro è la pagina pieghevole estraibile dove sono contenuti tutti gli ostinati (di cui parleremo a breve) da suonare in concomitanza con gli esercizi. Anche qui ogni esercizio è presentato su CD.
- The Drummer’s Rhythms And Fills (libro Blu) il libro dedicato ai ritmi nei vari generi musicali. Per ogni genere musicale vengono presentati, oltre a un’introduzione al genere, i materiali impiegati e i consigli sull’accordatura, quindi una lista dei ritmi più popolari e caratteristici, a cui fanno seguito esercizi di sviluppo via via più lunghi, fino alla lettura di un intero spartito in stile. In chiusura è inclusa una discografia consigliata per l’ascolto di ognuno dei generi trattati. Ogni esercizio è sempre proposto su CD.
- The Drummer’s Play Along (libro Arancione) è il volume con le basi “Play Along”. È diviso in due parti. Nella prima viene spiegato tutto quello che concerne le strutture di brani, con indicazioni teoriche su come interpretare uno spartito musicale per batteria. Nella seconda sono inclusi un totale di 40 brani in diversi stili musicali, scritti da Franco Micalizzi in collaborazione con Cristiano, appositamente per questo volume. Il CD di questo libro funziona in maniera diversa rispetto agli altri. I 40 brani sono registrati in modo che sul canale sinistro dell’impianto di riproduzione si senta solo la base musicale, mentre la batteria esce invece esclusivamente dal canale destro. Può essere quindi esclusa per dare modo all’esecutore di suonare senza una traccia di batteria di riferimento.
Come studiare e trarre vantaggio dal metodo Micalizzi
Il Metodo Micalizzi può essere considerato una perla – per lo meno dal sottoscritto – nel panorama italiano, ma non avrà maggior valore di tanti altri metodi che ci sono in giro se non viene usato nel modo giusto. Siete voi studenti che dovete fare la differenza!
Ovviamente l’aiuto di un bravo insegnante è indispensabile nella fase di apprendimento, ma se poi voi non passate tempo sullo strumento, suonando gli esercizi seguendo la direzione giusta, il metodo perderà completamente la sua efficacia.
Il Tempo e il Suono nel metodo Drumming System
Ci sono due prerogative fondamentali nel modo di suonare secondo Cristiano Micalizzi (e non solo). Esse sono rispettivamente il tempo e il suono.
Sviluppare la capacità di andare a tempo, senza un riferimento come il metronomo, è un concetto che alcune volte viene sottovalutato nell’insegnamento della batteria. Ci sono alcuni batteristi, anche famosi, che non vanno a tempo metronomicamente. E anche questo è lecito, se è un effetto voluto o se il genere musicale non lo richiede.
Suonare a tempo con metronomo o senza
Ma, per come si è evoluta la musica Popular negli ultimi anni, la capacità di suonare a tempo con il metronomo durante le registrazioni in studio e ancor più la capacità di andare a tempo senza metronomo poi dal vivo, cercando di riprodurre quello che si è registrato, sono ormai diventate esigenze di stile. Allenare la propria capacità di andare a tempo è un esercizio lungo e impegnativo. Può essere migliorata facendo esercizi che sono paragonabili a quelli che si fanno per allenare l’orecchio (Ear Training).
Esercizio per andare a tempo senza metronomo
L’esercizio che Cristiano mi raccomanda sempre di fare, quando studio ognuno dei concetti dei suoi libri, è quello di registrare quello che sto eseguendo senza metronomo, sforzandomi il più possibile di andare a tempo.
In una seconda fase di ascolto io dovrò rimettere il metronomo sulla registrazione appena fatta cercando di capire quanto sono andato bene a tempo senza il riferimento.
È un esercizio molto difficile e frustrante all’inizio, quando si nota che metronomo e registrazione vanno ognuno per conto proprio…
Ma non bisogna abbattersi. Come Cristiano mi ha ripetuto più volte, questo è un lavoro a strati, in cui aggiungere via via un tassello di consapevolezza in più.
Quello che premia questo tipo di studio è la costanza, e non la quantità, concentrata in una sessione di recording. Ho notato già dopo qualche mese una maggiore consapevolezza del tempo.
Il batterista nella musica dal vivo…
Questa caratteristica mi è tornata molto utile nelle situazioni dal vivo, dove non ero supportato da metronomo e sequenze. In questi contesti, infatti, il batterista è come se diventasse il conducente di un autobus su cui salgono gli altri membri della formazione con cui si sta suonando. È responsabilità del batterista condurre gli altri membri della band sani e salvi fino alla fine del concerto…
Altro aspetto fondamentale del modo di suonare: fare caso al suono che si produce…
Il suono deve essere sempre adatto al contesto in cui si sta suonando. Ci sono tanti fattori che intervengono in questo caso. Possono essere questioni di genere musicale (non si può suonare una bossa nova pestando come se si stesse suonando speed metal!), possono essere questioni di ambiente (chiuso, aperto, che riverbera molto o poco…) e così via.
Per una buona riuscita, bisogna avere perfetta consapevolezza e sapersi adattare a ciascun ambiente o contesto in cui si va a suonare. Ecco quindi che torna di nuovo la registrazione come mezzo principale per acquisire consapevolezza.
Un altro consiglio per quando si registra…
Nelle registrazioni che effettuo, quando studio sui libri del metodo Drumming System, cerco di dare spazio all’ascolto del suono, oltre che verificare di essere andato a tempo. In generale, nella musica Pop, è richiesto che il suono sia più o meno sempre omogeneo, le dinamiche devono essere consone all’intensità della musica con cui si sta suonando e ci sono dei punti su piatti e tamburi che è preferibile colpire piuttosto che altri.
Ovviamente non posso riassumere in poche righe un lavoro così meticoloso, cercherò piuttosto di essere più specifico quando entreremo nei dettagli parlando di ogni singolo libro.
Metodo Drumming System e importanza degli ostinati
Lo studio della batteria è diverso dallo studio del tamburo. Noi suoniamo un insieme di strumenti. Molto spesso, in quello che ci viene richiesto, dobbiamo eseguire un ritmo o un’idea musicale, utilizzando più parti del nostro strumento e quindi più arti contemporaneamente.
Studiare perciò una lettura o un esercizio di tecnica percuotendo solo lo strumento che viene indicato dallo spartito è una pratica che può funzionare solo nei primi stadi dell’approccio.
Una volta compresi i fondamenti, è consigliabile iniziare a studiare coinvolgendo subito quanti più arti possibili
In questo caso sono molto utili gli ostinati.
Gli ostinati, in musica e più specificatamente in batteria, sono idee musicali che appunto si ripetono di continuo, da qui il nome “ostinato”. Possono essere eseguiti con i piedi su cassa e charleston, o con la mano destra su un piatto. Essi devono essere come le fondamenta di una casa, cioè basi solide su cui appoggiarsi per avere un riferimento costante nel tempo.
Sono utili principalmente nella fase di lettura di un esercizio o nello studio della tecnica, perché forniscono poi un appoggio per l’esecuzione di soli o per rimanere solidi quando si effettua una variazione sul ritmo, come un fill o un ensemble kick (questi termini verranno approfonditi in seguito).
Non trascurate l’importanza di integrare sin dalle prime fasi di studio un ostinato che vi aiuterà poi a rimanere saldi al timone della nave!
Nella prossima puntata…
Intanto complimenti per aver letto fin qui. La prossima volta analizzeremo nel dettaglio il libro The Drummer’s Reading, parlando quindi di lettura ritmica di base.
Ricordo infine che, per ognuno dei libri trattati, dividerò l’articolo in tre parti: nella prima espongo brevemente i concetti contenuti nel libro, nella seconda dimostrerò e spiegherò il primo capitolo del medesimo, con video inclusi, e nella terza spiegherò l’approccio che adotto nello studio degli argomenti contenuti. A presto!
A cura di Lorenzo Pisilli