Un’introduzione al libro con le basi e pdf del metodo di batteria Micalizzi
Siamo giunti alla fine della nostra piccola serie di articoli con estratti pdf riguardanti il metodo di batteria denominato “Drumming System” e ideato da Cristiano Micalizzi.
In quest’ultima puntata ci focalizziamo sul Drummer’s Play Along, il libro delle basi musicali.
Prima di andare avanti, se vi siete persi le puntate precedenti, le trovate qui:
0. La presentazione del Metodo per batteria Drumming System di Cristiano Micalizzi;
- The Drummer’s Reading (libro Rosso) dedicato alla lettura di base;
- The Drummer’s Technique (libro Verde) il libro sulla tecnica;
- The Drummer’s Rhythms And Fills (libro Blu) il libro dedicato ai ritmi nei vari generi musicali.
Suonare la batteria su una base musicale ha i suoi vantaggi e svantaggi
Vediamoli insieme. Se non vi sentite sicuri, o vi state affiancando a un genere per la prima volta, le basi musicali che troverete in questo volume del metodo per batteria sono un ottimo punto di partenza per iniziare. Sono registrate e suonate professionalmente, quindi vi daranno un’idea di cosa significhi per esempio registrare un disco in studio. Offrono una base solida su cui far pratica e affinare il proprio orecchio oltre che la propria capacità esecutiva.
L’unico peccato è che essendo già “confezionate” sono musica statica, che non reagisce quindi in base a come starete suonando voi in quel preciso momento. È ben diverso dal trovarsi in sala prove con un gruppo di musicisti veri.
Ovviamente l’unico modo per trarre giovamento da qualsiasi metodo per batteria, è poi applicarlo in un contesto pratico
Cercate quindi sempre di circondarvi di musicisti con cui vi piace suonare, mentre portate avanti lo studio del vostro strumento. Il rischio di non farlo è quello di non essere in grado di sostenere una situazione simile e di non ascoltare gli altri quando, per forza di cose, vi ci ritroverete.
Cosa sono le Drum Charts (vedi pdf più avanti)
Un altro vantaggio di poter suonare sui brani contenuti in questo libro è la presenza delle Drum Charts. Per chi non conoscesse le Drum Chart, sono degli spartiti semplificati in cui non è scritto cosa fare su ogni battuta, ma piuttosto sono riportati il numero di battute, gli stacchi da eseguire con la formazione con cui si suona e indicazioni del posizionamento dei fill.
Vantaggi e svantaggi delle Drum Charts
Le drum chart hanno il vantaggio di essere uno strumento pratico con cui l’arrangiatore può dare una linea guida generale al batterista esperto.
Lo svantaggio sta nel fatto che se è la prima volta che vi ritrovate davanti una mappa del genere, e se non leggete di solito, né avete idea di come s’interpreti, risulterà inutile per voi e avrete non poche difficoltà nell’eseguire il brano estemporaneamente. Fatevi perciò un favore: il libro si apre con un’analisi sull’interpretazione di una Drum Chart. Leggetela.
Metodo per batteria con basi audio: il primo argomento
Il primo argomento trattato in questo volume conclusivo del metodo per batteria Micalizzi è sulle strutture tipiche delle canzoni Pop. Si tratta ormai di un linguaggio codificato fin dai tempi del Jazz, bisogna conoscerlo per capire in che punto siamo della canzone.
Cominciare a orientarsi all’interno di una canzone è il primo passo per arrivare a suonarla bene
Seguirà poi un’analisi dei simboli musicali che è possibile trovare su una Chart. Bisogna conoscere anche questi per potersi orientare sul foglio. Dinamiche, ripetizioni, indicazioni sul tempo, segnali sui fill e soli. È tutto indispensabile per la lettura di una parte.
Gli stacchi nel metodo per suonare la batteria
L’ultima, ma non meno importante sezione introduttiva di questo metodo per batteria comprensivo di basi, parla degli Stacchi. Gli Stacchi sono dei momenti musicali dove il batterista si discosta dall’accompagnamento regolare per sottolineare delle frasi musicali che vengono eseguite anche dagli altri musicisti.
I due tipi più importanti di stacchi che si suonano con la batteria
Ricordate il discorso nell’articolo sulla tecnica che facevo a proposito di suoni lunghi e corti? Piazzare lo strumento giusto (della vostra batteria) su note lunghe o corte permetterà di avere l’effetto richiesto dagli arrangiatori. Ci sono due tipi di stacchi che vale la pena menzionare: gli ensemble kicks che verranno eseguiti all’unisono da tutti i musicisti e i section kicks, stacchi meno importanti degli ensemble, ma che comunque vanno sottolineati senza spezzare il ritmo.
Un metodo per batteria con ben 40 basi musicali
Una volta finita la sezione introduttiva è ora di cominciare a suonare. Ecco 40 basi musicali divise per genere, ognuna corredata da un’introduzione, che spiega l’andamento del brano, la struttura, il posto dove saranno posizionati gli stacchi e consigli su come accompagnarlo al meglio. Vale la pena di leggerle prima di cominciare a suonare.
Come sono registrate e come usare le basi di questo metodo per batteria
Voglio menzionare una cosa molto importante di questi brani: sono stati registrati in modo che nel mix finale dal canale sinistro esca la base musicale senza batteria, che invece si troverà sul canale destro. In una fase iniziale di studio è quindi possibile mettersi a suonare sulla traccia di riferimento. Poi la si potrà escludere al momento di registrare il brano e capire se stiamo suonando nel modo giusto.
I generi musicali proposti
I brani sono divisi per genere e ce ne saranno: 4 per ognuno tra Rock, Rhythm and Blues, Funk, Blues e Jazz. 3 per i ritmi brasiliani. 5 per gli afrocubani. 4 per il Reggae e 8 per la Fusion.
Dimostrazione introduttiva di un capitolo (vedi pdf)
Prenderò per la mia dimostrazione il primo dei brani Rock. Qui di seguito è riportata la Chart. Metodo Micalizzi per batteria The drummers’play along pag 25 Rock1 pdf
Ecco il video dell’esecuzione di cui riporto il pdf della drum chart
Ho cercato di eseguire il brano senza distaccarmi dalla traccia guida, i fill sono gli stessi che Cristiano ha suonato nella sua take. Ho voluto quindi dare risalto al tentativo iniziale di riprodurre quello che si ascolta nella traccia e suonare il più fedelmente possibile una linea guida data.
Ovviamente questa non è l’unica interpretazione possibile della canzone. In un secondo momento è possibile realizzare una take nella quale l’esecutore decide di prendersi la libertà sulla scelta dei fill o del ritmo che ritiene più adatti.
Un altro motivo per cui ho eseguito una take così accademica era per dimostrare il fatto che in questi brani sono riportati esattamente gli stessi concetti studiati nel libro Rhythms And Fills.
Studiare i ritmi e fills di per sé non ha molto senso, se poi non trovano un’applicazione pratica su un brano. La bellezza di questo metodo per batteria sta proprio nel darvene la possibilità.
Notate come in questa take cerco di dare il peso e la pronuncia tipici del Rock, come discusso nel precedente articolo. Tutti i colpi di rullante (anche quelli nei fill) sono dei rimshot, il rullante leggermente indietro sul tempo, cassa e charleston chiaramente presenti, con l’andamento a ottavi che fa da collante per tenere tutto in piedi.
Insomma: che il brano possa piacere o no all’ascolto, è poco importante. Quello che importa in questo tipo di studio è risultare il più precisi e credibili possibile.
Un particolare appunto sull’inizio del brano
Il brano parte con un fill. Questo elemento può essere di disturbo per chi non è abituato e condizionare la take intera. Anche se siete abili nel recuperare il tempo, si potrebbe sentire una sbavatura all’inizio e quindi compromettere una take che poteva essere buona.
Cristiano Micalizzi mi ha ricordato più volte l’importanza di beccare subito il tempo che caratterizzerà il brano. Se notate, prima che si parta io molleggio leggermente con le mani e, anche se non si vede, sto scandendo i quarti con il mio tallone sinistro. Insomma: trovate un modo che vi possa aiutare a entrare subito nell’andamento del brano. Così quel fill non risulterà traumatico.
Consigli per l’approccio a questo metodo per batteria
Come già detto poco fa, per poter affrontare questo libro con il giusto spirito, bisogna innanzitutto conoscere come funziona una Drum Chart e in generale cominciare a esplorare il mondo delle strutture delle canzoni.
Bisogna poi avere una conoscenza dello stile musicale su cui andiamo a operare (data dall’ascolto e dalla pratica dei ritmi menzionati) e studiarsi con calma e pazienza tutte le sezioni che compongono i brani.
Ci saranno dei brani sicuramente più difficili di altri, la cui esecuzione può risultare più ostica di questo. In tal caso, il consiglio generale, che viene ripetuto più volte da Cristiano nel corso del suo metodo per batteria, è quello di rallentare la velocità e isolare le sezioni che ci mettono in difficoltà, provandole e riprovandole finché non scorrano nel modo giusto.
Inoltre io ho riportato la copia della Chart immacolata, ma se voi consultaste il volume di mia proprietà, notereste che le partiture sono tempestate di appunti. Personalmente, prima ancora di cominciare a suonare il brano, faccio un esercizio di “ascolto attivo” in cui prendo appunti sui fill che verranno suonati, sull’esecuzione degli ensemble e section kicks, se ci sono variazioni sul ritmo, o di altri piccoli interventi quali aperture sul charleston, un pattern di ghost notes ecc.
Per questo ho deciso di includere un video extra come bonus dove vi faccio vedere come faccio io
Siamo alla traccia 23 del CD1 di “The Drummer’s Play Along” di Cristiano Micalizzi, Ricordi editore MLR 740
In particolare voglio regalarvi il mio trucco personale per segnarmi i fill (non che sia niente di speciale).
Consiste semplicemente nell’annotare, in corrispondenza del segno di fill, il numero del corrispettivo sul Rhythms And Fills, che ormai arrivati a questo punto dello studio ho già imparato a memoria.
Ho scoperto che questa associazione mi risulta molto efficace per ricordare istantaneamente cosa eseguire, magari può tornare utile anche a voi!
Cercate di non suonare il brano un po’ di volte e basta, cercate di registrare ogni take che fate chiedendovi sempre:
- se siete opportuni,
- state rispettando il tempo e il suono?
- il risultato finale risulta convincente quanto la traccia di riferimento che avete sentito?
Forse in alcuni casi sarà necessario l’aiuto di un maestro per indirizzarvi, o farvi notare particolari che vi sono sfuggiti
Un altro consiglio che voglio darvi è di usare un po’ di fantasia. Non limitatevi a pensare che “tanto siete nella vostra camera o nel vostro studio e non c’è nessuno a guardarvi”, simulate una situazione live o una sessione di Recording in uno studio.
Serve a riprodurre il tipo di pressione ed emozioni che le situazioni reali possono creare. Vi aiuterà sicuramente a essere pronti mentalmente poi ad affrontare tanti concerti.
Una nota conclusiva
È stato solo scrivendo l’articolo che mi sono accorto di quanto avessi da dire su quest’argomento. È un po’ di tempo ormai che utilizzo questo metodo, ed è diventato talmente parte della mia vita quotidiana che mi risulta ovvio per certi versi.
È stato davvero difficile invece mettere tutto per iscritto cercando di essere sintetici, ma chiari, e lasciando un po’ in sospeso i “segreti” che si scoprono studiandolo o andando a lezione da Cristiano o chi per lui.
Ritengo di avere ancora molto da imparare su questo metodo per batteria, anche perché come dice Dom Famularo
“non si smette mai di essere studenti di batteria nella propria vita”.
Se vi capitasse infatti di parlare con Cristiano, anche lui stesso vi direbbe che ancora oggi studia su questo metodo, preparando il prossimo tour o la sessione in studio…
In una delle prime lezioni che abbiamo fatto, se non proprio la prima, mi ha parlato di quegli artisti circensi che fanno roteare dei piatti su delle stecche e devono sempre dare una spintarella a ognuno di essi, sennò cadranno e il numero risulterà un disastro.
È così anche con lo studio della batteria e questo metodo per tutto ciò che propone. Bisogna tenersi allenati, con schede di lavoro e di ripasso che (spero lo noterete!) diventeranno via via più facili nel corso del tempo. Ovviamente: se avrete la costanza di continuare a praticare.
Spero che questo mio approfondimento in più puntate sul metodo per batteria Micalizzi possa avervi fatto incuriosire sul suo Drumming System, che ormai è diventato una garanzia nel panorama italiano. O quantomeno vi abbia aiutato per iniziare a riflettere su alcuni aspetti del vostro studio sullo strumento.
O anche solo fatto venir voglia di prendere in mano le bacchette e provare l’esercizio del tempo senza metronomo. In ogni caso vi ringrazio per essere stati con me in questo viaggio tra le pagine dei 4 volumi e spero di vedervi in giro o a lezione per parlarne!
Ringraziamenti
Dopo un lavoro del genere è giusto che ci siano un po’ di ringraziamenti. Il primo di tutti va al mio maestro Cristiano Micalizzi, per avermi dato la sua benedizione nell’intraprendere questo tentativo e che mi sopporta – ancora oggi – ogni volta che torno da lui a lezione.
Quindi la mia ragazza in particolar modo, per la briga che si prende di leggere cose di cui non potrebbe importarle di meno e aiutarmi in una prima scrematura e correzione della forma.
La mia famiglia che continua a supportare le mie scelte, nonostante la difficoltà del mestiere che ho scelto… E ancora all’istituto Corelli, che mi ha dato la possibilità di pubblicare questo materiale e a Raffaele Magrone, per il suo eccellente lavoro di editing.
Ringrazio ancora con particolare piacere chiunque abbia letto questo lavoro e abbia potuto trarne qualcosa di utile per sé, che è già tanto.
A cura di Lorenzo Pisilli