Tecnica per batteria copertina libro The drummre's Techique di Cristiano Micalizzi Photo Credit: Ricordi Editore, Roberto Mosolo

Un’introduzione al libro di Cristiano Micalizzi dedicato alla tecnica per batteria, con pdf di alcuni esercizi

The Drummer’s Technique è il componente dell’opera di Micalizzi (Drumming System) dedicato interamente alla tecnica per batteria.

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Il discorso della tecnica per la batteria, per come si stanno evolvendo al giorno d’oggi le tendenze, sta diventando come un sentiero tortuoso di montagna, in cui è facile smarrirsi e difficile ritrovare la strada giusta da seguire. Ma non dovrebbe essere così.

La tecnica batteristica si sta trasformando nel fine e non più nel mezzo…

Per citare le parole dello stesso Cristiano Micalizzi:

“La Tecnica non è altro che quel mezzo che mi permette poi di suonare, senza dovermi preoccupare di cosa sto facendo”.

Quindi, attraverso la simulazione di situazioni musicali, noi possiamo acquisire una consapevolezza che ci permetterà poi di destreggiarci senza grandi difficoltà in un contesto pratico.

I due modi di tenere in mano le bacchette e come utilizzare cassa e charleston con il piede

Nella parte introduttiva al libro vengono spiegati i due modi di tenere le bacchette in mano e i due modi per colpire cassa e charleston con il piede (tacco giù, tacco su).

Come avevo già detto nell’introduzione al metodo, The Drummer’s Technique non è altro che lo sviluppo del concetto del Drumming System. Ciascun capitolo è introdotto da istruzioni che vanno lette bene ogni volta, se si vuole ottenere il meglio da questo materiale.

Più avanti vedrete in realtà che le figure musicali e gli esercizi di sviluppo sono scritti solamente, a seconda del capitolo, su rullante, oppure cassa o charleston con piede. Ma in realtà questi esercizi possono essere sviluppati in un secondo momento sull’intero Drum Set tramite l’orchestrazione.

Che cos’è il Drumming System

Riassumiamo un attimo il concetto del Drumming System per chi non avesse letto la parte introduttiva (la trovate qui): in una pagina sono scritte un totale di 24 figure musicali, 16 binarie e 8 ternarie, in cui sono mostrate tutte le possibili disposizioni di note di ottavo o terzina.

Tutti questi esercizi sono da affiancare alla pagina estraibile dove sono riportati gli ostinati da eseguire con i piedi o con la mano destra (sinistra per i mancini). Il discorso degli ostinati verrà approfondito quando entreremo nel dettaglio.

Il concetto di orchestrazione nella tecnica per batteria

Un altro concetto utile da spiegare per una migliore interpretazione del materiale fornito è l’Orchestrazione.

L’ochestrazione non è altro che spostare la stessa cellula ritmica da una superficie a un’altra. Nel caso della batteria, ad esempio, idee che solitamente vengono suonate sul rullante possono essere riproposte sui tom o sui piatti. Cambiare superficie non è così elementare come sembra, in realtà.

Per come è organizzato il set, il rullante è un po’ come l’ombelico del nostro mondo, sicuramente la superficie più semplice da raggiungere. Suonare un’idea su tom o piatti richiede anzitutto un viaggio più lungo degli arti, per raggiungere le superfici da colpire.

Inoltre, mentre sul rullante è consigliabile l’utilizzo del polso (fatta eccezione per il rimshot, di cui parleremo a breve), spostarsi in giro per il set richiederà l’azione dell’intero braccio, molto spesso. Questo significa che se non si presta attenzione, c’è il grosso rischio di rallentare sul tempo.

La differenza di suono che le diverse superfici della batteria presentano può essere altresì causa di ritardi nel tempo

Per essere più chiari: mentre il rullante presenta un suono corto, tom e piatti hanno invece un decadimento più lungo. Il rischio è pertanto di venire “ipnotizzati” da questa coda, anche solo per un attimo, e non prestare attenzione al tempo. Bisogna ricordare che per noi batteristi il tempo viene sempre prima di tutto…

I capitoli del libro The Drummer’s Technique

Nel primo capitolo (di cui parlerò a breve) sono mostrate queste disposizioni sul rullante. Nei due capitoli successivi invece, lo stesso concetto è suonato prima con la gran cassa e poi con il charleston con il piede. Alla pagina degli esercizi di base seguono sempre due pagine con quattro esercizi binari e due esercizi ternari.

In ogni capitolo del libro, seguendo le istruzioni, una volta imparato l’esercizio di base, dovranno essere integrati gli ostinati. Si dovrà suonare poi la stessa figura orchestrata sui tom (nel caso la figura sia scritta sul rullante) e sui piatti.

Per acquisire ancora più indipendenza nella tecnica per batteria

Un ulteriore livello di indipendenza è dato dall’utilizzo di uno degli ostinati suggeriti per la mano destra, dove sarà soltanto la mano sinistra a suonare le figure che dovrebbero essere suonate esclusivamente sul rullante.

Per quanto riguarda invece i capitoli dedicati a cassa e charleston con piede, gli ostinati suonati con la mano destra faranno diventare l’esercizio una sorta di ritmo vero e proprio, si dovrà quindi suonare il rullante sulla mano sinistra sul 2 e 4 della misura o sul 3 (trasformando il ritmo in Half Time).

Gli accenti ritmici

Nel quarto capitolo il Drumming System viene integrato nella spiegazione degli accenti. Invece di essere quindi mostrate solo le posizioni delle note nella misura, appare un tappeto continuo di “ghost notes” (note fantasma, da suonare delicatamente) su cui gli accenti si collocano nella stessa disposizione delle note nei capitoli precedenti.

Si parte quindi da una battuta dove ci sono solo ghost notes, fino ad arrivare a una battuta piena di accenti. Come potete vedere da questa descrizione, gli esercizi preparatori possono sfociare in pura “palestra”.

L’idea generale è di interiorizzare ogni combinazione possibile, per poi avere la scioltezza di destreggiarsi senza troppe difficoltà quando si esegue un brano, per esempio, o quando si suona un solo.

Come eseguire gli accenti sul rullante

Un paio di note conclusive sugli accenti: è molto importante imparare a eseguirli nei due modi consigliati. Il centro del rullante, dove sarà necessario solo un movimento di polso e la tecnica del Rimshot (centro e bordo del rullante suonati insieme, per dare più attacco al suono) che invece dovrà essere suonata sollevando l’avambraccio, un po’ come dare una piccola frustata.

A cosa serve la tecnica del Rimshot per batteria

La tecnica del Rimshot è fondamentale per le registrazioni Pop moderne, perché funge da compressore naturale. Inoltre è possibile continuare a orchestrare gli accenti sui Tom. Quando invece vengono impiegati i piatti, il piatto dovrà essere sempre doppiato da un colpo di cassa, per dare un maggiore attacco.

Ecco che il capitolo 2, dedicato alla disposizione della cassa nella battuta, viene in qualche modo “riciclato” e impiegato in una nuova modalità.

Il discorso degli accenti diventa la chiave di volta per capire il resto del libro. Gli accenti infatti possono essere eseguiti su ghost notes (capitolo 4), possono diventare accenti di rulli a colpo doppio (capitolo 5), a colpi singoli (capitolo 6) e a colpi singoli in terzine (capitolo 7).

Nei capitoli 8 e 9 vengono discussi gli accenti delle note primarie rispettivamente di Flams e Drags

Nel capitolo 10 invece vengono discussi i Paradiddle, rudimenti dal nome onomatopeico la cui diteggiatura permette di far passare in battere la mano opposta e viceversa.

Dal capitolo 5 al 10, per ragioni di impegno nell’eseguire il rudimento e di diteggiatura, è impossibile poter utilizzare gli ostinati con la mano destra. È tuttavia ancora possibile orchestrare su Tom e successivamente piatti secondo la modalità descritta per il quarto capitolo.

Gli ostinati con la mano destra tornano in auge con gli ultimi due capitoli di coordinazione/indipendenza, ovvero le combinazioni rullante/cassa e rullante/charleston.

Le altre possibili combinazioni del Drumming System

In questi ultimi due casi, il Drumming System viene modificato per dimostrare tutte le possibili combinazioni che ci sono tra una battuta di note suonate esclusivamente sul rullante, fino a una battuta suonata interamente su cassa o charleston con il piede. Ovviamente i colpi di rullante potranno essere orchestrati su Tom e i colpi di cassa doppiati poi con i piatti.

Interpretazione dei rulli a colpo doppio

Gli ultimi capitoli del libro si chiudono con un utile schema che ormai è impiegato universalmente nei metodi di batteria sull’interpretazione dei rulli a colpo doppio, scritti in forma abbreviata. Vengono trattate le possibili interpretazioni in sedicesimi, terzine di sedicesimi, trentaduesimi, terzine di trentaduesimi e infine sedicesimi e trentaduesimi nei tempi composti.

Seguiranno quindi esercizi ricapitolativi rudimentali in cui viene presentato tutto il materiale trattato singolarmente nei capitoli, ma ora finalmente mescolato. Varrà anche qui l’utilizzo di ostinati con i piedi e l’orchestrazione.

Dimostrazione introduttiva, con pdf di alcune pagine, di un capitolo sulla tecnica per batteria

È arrivato il momento di introdurvi a uno dei capitoli che compongono il lavoro. Possiamo finalmente spiegare nel dettaglio cosa significhi il Drumming System. Metodo Micalizzi per batteria The Drummer’s Technique apri qui il pdf della pag.9 o clicca sull’immagine

Pagina 9 di The Drummer's Technique di Cristiano Micalizzi Ricordi Editore MLR 720
La pagina 9 del volume “The Drummer’s Technique” di Cristiano Micalizzi – © Ricordi Editore MLR 720 – clicca sull’immagine per aprire file pdf
Patterns per indipendenza tecnica per batteria
Da pagina 57 di “The Drummer’s Technique” di Cristiano Micalizzi, Ricordi Editore MLR 720 – clicca sull’immagine per aprire la versione in pdf

Come potete vedere dalla figura con la pagina 9 del libro, la disposizione delle note sia binarie che ternarie si sposta sempre di un ottavo. Cominciamo dall’1 e 3 della misura, come dimostrato nell’esercizio due per poi avanzare di un ottavo e spostarci sul levare dell’1 e 3 nell’esercizio tre.

Una volta che avremo analizzato tutti i battere e levare di note singole, arriveremo all’esercizio 6 dove compaiono due note di ottavo ravvicinate. Anch’esse si sposteranno di un ottavo in modo da coprire tutte le combinazioni, fino ad arrivare agli esercizi dieci e undici, dove sono mostrati rispettivamente solo i battere e solo i levare.

Dall’esercizio 12 al 15 avremo invece gruppi di tre note che seguono la stessa legge dello spostamento, fino ad arrivare all’esercizio numero 16, dove sono mostrati tutti gli ottavi della battuta. Lo stesso concetto, come potete vedere da esercizio 18 a 24, vale per le terzine.

Gli esercizi binari hanno un numero nero al loro fianco, mentre le terzine un numero bianco

Questa esigenza nasce dall’idea di organizzare gli esercizi con la pagina 57 dei “Patterns per l’indipendenza”.

I pattern sono gli ostinati, organizzati per lettere, nere per i binari, bianche per i ternari. Nella prima e seconda colonna di entrambi i tipi sono riportati gli ostinati che si possono eseguire con la mano. Rispettivamente nella terza e quarta colonna invece gli ostinati che si possono eseguire con cassa e charleston con piede.

Non ha molto senso iniziare subito a integrare tutti gli ostinati negli esercizi

Per il video infatti ho scelto gli ostinati K, W e B (per il terzo livello, indipendenza) per i binari e R, Z2 e F (per il terzo livello, indipendenza) per i ternari.

Come troverete scritto nelle istruzioni, Cristiano Micalizzi raccomanda a chi non ha familiarità con queste figure di suonarle all’inizio singolarmente e senza ostinati, per prendere intanto confidenza. Invece per gli studenti avanzati questi esercizi vengono immediatamente integrati in una routine continua, molto difficile all’inizio, ma effettiva.

La routine continua di tecnica per batteria

Questa routine consiste nel suonare tutti gli esercizi di fila, senza fermarsi, sfruttando le dinamiche sul rullante e poi andando a orchestrare sul resto del set. Nel video io vi mostrerò i primi cinque esercizi della parte binaria e i primi tre della parte ternaria.

Video 1

Video 2

 

Analizziamo quanto accaduto nei due video

Per prima cosa, in questo capitolo si lavora sulle dinamiche. Secondo Gary Chaffee, ci sono 7 principali livelli di dinamica che si possono ottenere suonando la batteria. Essi sono legati alla distanza con cui colpiamo la superficie interessata.

In altre parole: più lontano andremo, più suoneremo forte. Sarebbe impossibile incorporare tutti e 7 i livelli in una routine del genere, diventerebbe un lavoro oltremodo lungo e tedioso.

Micalizzi consiglia di adottare al massimo tre livelli di dinamica

Dal pianissimo, passando per un mezzo forte, arrivando al fortissimo con il rimshot e riabbassandosi gradualmente fino ad arrivare di nuovo al pianissimo. Ho ripetuto questo processo anche sui tom e sui piatti, per poi passare all’esercizio successivo senza fermarmi.

Utilizzare invece l’ostinato sulla mano destra richiede un passaggio separato rispetto agli altri esercizi, ecco perché mi sono fermato.

Nel video non c’era spazio per dimostrarlo, ma quando le note in fila cominceranno a essere di più negli esercizi successivi, il consiglio è quello di sfruttare il rimbalzo.

Ne potrete vedere un esempio guardando il prossimo video

Lo stesso discorso vale per le terzine. Metodo Micalizzi per batteria The Drummer’s Technique apri qui il pdf della pag.10

Esercizi di tecnica per batteria da pagina 10 di “The Drummer’s Technique” di Cristiano Micalizzi, Ricordi Editore MLR720
Da pagina 10 di “The Drummer’s Technique” di Cristiano Micalizzi, Ricordi Editore MLR720 – clicca sull’immagine per aprire la versione in pdf

Nella pagina qui sopra sono riportati gli esercizi di sviluppo. Nel prossimo video mostrerò come applicarli con le varie orchestrazioni e indipendenza.

Video 3

Video 4

Per esigenze di durata, in questo video ho compresso l’esecuzione degli esercizi dimostrando più cose insieme. In generale tutti questi aspetti che ho eseguito non vanno trattati nel modo in cui li ho proposti qui.

Bisognerebbe, cioè, anche negli esercizi di sviluppo, essere un po’ accademici e fare esecuzioni integrali, soffermandosi su un aspetto alla volta dell’orchestrazione/indipendenza.

Nelle prime due righe ho eseguito l’esercizio 25 esclusivamente sul rullante, giocando con le dinamiche del video precedente

Non c’è un trucco per inserire dinamiche appropriate, lasciatevi guidare dal vostro istinto o dal vostro senso musicale. Nelle ultime due righe ho orchestrato giocando sempre con le dinamiche.

Il discorso dell’orchestrazione può anche intimorire all’inizio. Nascono spontaneamente domande del tipo “dove posso mettere i tom? Con quale criterio lo faccio?”

Come faccio a intuirlo nel video iniziale, un modo c’è

Cominciate con il sostituire con le note lunghe i tom o i piatti. Le note di ottavo possono rimanere sul rullante. Questo vi aiuterà a dare ordine alle vostre idee, senza venire intimoriti dalla mole di lavoro.

Per le terzine invece ho scelto di mostrarvi direttamente l’indipendenza, nelle prime due righe suono l’esercizio solo sul rullante, mentre nella terza e quarta riga ho messo anche l’orchestrazione sui tom (in questa modalità non si suonano i piatti).

Noterete quanto può risultare difficile suonare l’indipendenza in terzine e lavorare sulle dinamiche solo con una mano, mentre con l’altra dovete mantenere solido un ostinato.

Inoltre nell’ostinato riportato sulla pagina, sono presenti degli accenti. Ho preferito escluderli, come mi aveva detto a suo tempo di fare Cristiano per la fase iniziale dello studio.

Un’ultima precisazione sulle dinamiche

Quando si lavora per migliorare la propria percezione del tempo, le dinamiche possono diventare un osso veramente duro da gestire.

L’istinto in pratica ci fa confondere le dinamiche col tempo: ad esempio piano=lento e forte=veloce. Ma non è affatto così. Ricordate sempre chi comanda sul tempo: l’ostinato!

Anche per fare questi esercizi bene e a tempo dovete affidarvi a lui, per non incappare nell’errore di accelerare e rallentare in base alle dinamiche.

Anche qui ho applicato l’esercizio di registrarmi da solo e reinserire il metronomo sulla registrazione

Ricordo che questa registrazione non è una “buona la prima!”, ma la take migliore che mi è venuta, per mostrarvi cioè un possibile traguardo da raggiungere.

Consigli per l’approccio al libro di tecnica per batteria

Studiare la tecnica per batteria può diventare un lavoro estenuante se non si dosano le energie. Voglio ricordare che uno studio sistematico costante rende di più di uno studio concentrato in una sola volta.

Suonare tutti e 24 gli esercizi in tutte le modalità descritte non è una cosa che si impara immediatamente

Serve tanta pazienza e tanta costanza, un po’ tutti i giorni per imparare a resistere. Questo può essere un buon allenamento per sostenere un concerto. Ricordate che la vostra concentrazione influenzerà il vostro modo di suonare. Quindi più ne avete, meglio è, soprattutto per repertori particolarmente vasti…

Cercate di spendere una fase iniziale solo a perfezionare la routine di coordinazione/indipendenza. E passate solo in un secondo momento agli esercizi di sviluppo.

Se durante gli esercizi di sviluppo vi accorgete che qualcosa non va, tornate indietro alla sezione introduttiva e cercate di sistemare ciò che ancora non va…

Cercate di registrarvi sempre e riascoltarvi, migliorando i due aspetti fondamentali (tempo e suono)

Non vi abbattete se non dovesse venirvi subito, ma siate pazienti con voi stessi. Nulla vi vieta di rallentare il metronomo se alcune parti dovessero risultare più ostiche. Ricordate che se una cellula non suona bene veloce, è perché non suona bene neanche lenta!

Ci sono differenze di esecuzione nelle velocità, a seconda di come eseguiamo l’esercizio di sviluppo

Per esempio conviene provare a spingersi più in là rispetto alla velocità consigliata, quando eseguiamo sul rullante e invece rallentare quando andiamo a orchestrare o a fare indipendenza. Non trascurate quest’aspetto, si ricollega al discorso che facevo all’inizio sull’orchestrazione.

Alla fine di tutto, come del resto viene consigliato nelle istruzioni, vi suggerisco di riprendere le combinazioni e organizzarle in un esercizio inventato da voi, e lo ripeto ancora una volta: registratevi! Se non curate anche questo aspetto, magari acquisirete una conoscenza approfondita della tecnica, ma risulterete sterili nell’esecuzione estemporanea di un solo.

Questo è probabilmente l’esercizio più impegnativo da eseguire, ma vi restituirà una grande soddisfazione nel momento in cui riuscirete ad applicarlo.

Nella prossima puntata…

Analizzeremo nel dettaglio il libro The Drummer’s Rhythms and Fills, parlando quindi di ritmi nei vari stili musicali.

Ricordo che per ognuno dei libri trattati dividerò l’articolo in tre parti: nella prima espongo brevemente i concetti contenuti nel libro, nella seconda dimostrerò e spiegherò il primo capitolo del medesimo, con video inclusi e nella terza spiegherò l’approccio che adotto nello studio degli argomenti contenuti.

Qui tutti gli articoli:

Presentazione del Metodo per batteria Drumming System di Cristiano Micalizzi;

The Drummer’s Reading (libro Rosso) dedicato alla lettura di base;

The Drummer’s Rhythms And Fills (libro Blu) il libro dedicato ai ritmi nei vari generi musicali;

The Drummer’s Play Along (libro Arancione) è il volume con le basi “Play Along”.

A cura di Lorenzo Pisilli

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7 Ottobre 2022
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