Don Giovanni dalle fonti a Mozart

Ciampi E./Freda M./Porcheddu R. – Don Giovanni dalle fonti a Mozart – Metamorfosi di un mito (Irfan, 2018) – € 20,00

Dopo i libri dedicati al “Macbeth” di Giuseppe Verdi e “La campana sommersa” di Ottorino Respighi, la collana si arricchisce del saggio sul Don Giovanni dalle fonti a Mozart. Acquistalo in sede da noi.

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I risvolti anagogici delle fonti e le capacità espressive della realizzazione drammatica sono stati il metodo, usato per la scelta delle opere.

Il “Don Giovanni” rievoca una figura mitica, spesso mal compresa fraintesa e infine soggetta, nell’inesorabile corso discendente del presente ciclo temporale, a una metamorfosi involutiva.

Il saggio è articolato in tre ampie, assai documentate sezioni. In queste i redattori presentano una ricca disamina del mito di Don Giovanni.

Dalle prime forme letterarie, fino a un’approfondita analisi, dell’aspetto musicale e drammaturgico, del dramma giocoso di Wolfgang Amadeus Mozart. Il fine è quello di offrire nuovi elementi di discernimento, alla luce del pensiero tradizionale. Altresì evidenziare le contraddizioni del mondo moderno e della conseguente visione limitata e riduzionista dell’arte e della vita. Ormai dissacrate e rese quindi sterili.

Le caratteristiche del mito sono presentate nell’Introduzione. Rosa Purcheddu approfondisce la principale fonte letteraria (De Molina). Mino Freda fornisce uno studio assai accurato del melodramma di Mozart.

Infine, nell’ultimo capitolo, Eduardo Ciampi esplora il mistero dell’Eros, in riferimento alle tradizioni orientali e a certe pratiche finalizzate a una decisa verticalizzazione dell’essere attraverso alcune discipline volte a concentrare e direzionare tali energie.

Nell’analisi si rammenta l’attaccamento al concetto di Tradizione, formulato nel libretto di Lorenzo Da Ponte. Questo si ascrive nel ristretto novero di uno dei migliori scritti, serviti dall’abate veneto al grande teatro del Salisburghese, che presenta un Don Giovanni perennemente esteso in una condizione orizzontale per gli eccessi di un ego ipertrofico nella desolata ricerca di soluzioni mondane.

La contemplazione della morte è vista non come sottile diaframma nel passaggio verso la Grande iniziazione e riunione nel Logos, ma quale fenomeno dello scatenamento infero, degli istinti primitivi trionfanti. La figura dell’eterno seduttore è promossa quale causa dello scatenante Chaos, affinché l’Ordine sia ricostituito.

A cura di Alessandro Di Adamo

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21 Agosto 2020

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