Franz Joseph Haydn

Franz Joseph Haydn nacque il 31 marzo 1732 a Rohrau, nella Bassa Austria, mentre la mamma svolgeva la professione di cuoca del castello dei conti Harrach, il papà un musicista dilettante.

Nel 1737, durante una serata musicale allietata dalla presenza del padre, Mathias, Johann Matthias Franck, cugino degli Haydn, lo convinse a iscrivere il piccolo Franz alla scuola nella città di Hainburg, prospettandogli una brillante carriera ecclesiastica.

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Nel 1740, il direttore del Duomo di Santo Stefano, Georg Reutter, incluse il piccolo Franz Joseph Haydn nella lista dei coristi, invitandolo a trasferirsi a Vienna, per prestare servizio. Nella Schola cantorum, Franz proseguì il suo apprendistato musicale accanto al fratello, Michael, che entrerà nelle fila del coro nel 1745.

La voce di Haydn si dimostrò estremamente affascinante, sicché, contro la volontà del papà, Matthias, si apprestava a subire quell’intervento chirurgico che gli avrebbe permesso di rimanere con la voce di soprano per tutta la vita.

La natura aveva ben altri progetti per il futuro grande compositore Franz Joseph Haydn e l’operazione, a causa dell’improvvisa muta della voce, non fu eseguita.

Haydn fu licenziato dal coro e si trasferì in un’angusta soffitta di Vienna, divenendo vicino del celebre Pietro Metastasio (poeta cesareo alla corte di Vienna), il quale gli avrebbe presentato degli allievi, invitandolo alla scuola di canto del grande Nicola Antonio Porpora, di cui diverrà accompagnatore.

Haydn si prestò anche a svolgere la funzione di cameriere, servendo – tra gli altri – i musicisti Gluck e Wagenseil (musicista di corte a Vienna), amici del Porpora.

Intorno ai vent’anni, scrisse il suo primo Trio per archi e l’opera «Der krumme Teufel» (Il diavolo storpio), andata perduta, oltre a una serie di esercizi per clavicembalo.

L’amore bussò al cuore del giovane musicista, che s’innamorò di Therese Keller, la quale avrebbe dedicato la sua vita a Dio, chiudendosi in un convento di clarisse.

Così come accadrà all’amico Mozart, Franz sposerà la sorella di Therese, Maria Anna Aloysia Apollonia, condividendone un’unione infelice.

L’attività di compositore si arricchì di nuovi quartetti e, nel 1759, compose la prima sinfonia per l’orchestra del conte Merzin, alla cui corte sarebbe stato impiegato fino al 1761. Nel medesimo anno, fu assunto come musicista dal principe Esterházy, per essere nominato il mese successivo vice maestro di cappella.

La famiglia era una delle più antiche nobiliari d’Ungheria, le cui origini sarebbero risalite al XII secolo. Haydn resterà al servizio dei principi per tutta la vita.

Nel marzo 1762 alla morte del principe Paul Anton Esterházy, gli successe il figlio, Nicolaus, che avrebbe incrementato l’orchestra e con essa lo stipendio del musicista, il quale, raggiunta una certa tranquillità economica, poté finalmente dedicarsi alla composizione. In questo ambito, all’interno di un solido perfezionamento formale, sperimentò audaci e innovative soluzioni.

Franz Joseph Haydn si mostrerà all’Europa quale il più grande musicista della sua epoca, eguagliato solo da Mozart

Dal 1765 il musicista iniziò la catalogazione delle sue opere. Nel 1766 morì il maestro di cappella, Gregor Werner, e automaticamente Haydn ne raccolse la successione. Col nuovo incarico poté dedicarsi alla musica sacra e compose diversi trii (molti dei quali andati distrutti nell’incendio, che devasterà Eisenstadt) col baryton, uno strumento di sette corde, il cui uso scemerà nel corso dei primi anni dell’Ottocento, essendone il principe Nicolaus un valevole dilettante.

Nel 1766 compose lo «Stabat mater», che avrebbe riscosso sicuri successi in tutta Europa; due anni più tardi un incendio terribile distruggerà gran parte dei beni di famiglia e molte partiture del Maestro andranno perdute. Un mese dopo l’incendio (agosto 1768), fu inaugurato il teatro d’opera con «Lo speziale», su testo di Carlo Goldoni.

Nel 1770, la moglie, Maria Anna, si accompagnò al pittore di corte, Ludwig Guttenbrunn; l’anno seguente Haydn visse un felice e fecondo periodo compositivo, licenziando la «Sonata in do minore op. 30 n. 6 per pianoforte», che reca, per la prima volta, le indicazioni «crescendo», «sforzando» e «diminuendo», e i «Sei Quartetti op. 17», cui seguirà l’«op. 20» e le «Sinfonie n. 46, 47, 45», che segneranno una svolta nel genere.

Nel 1775 fu eseguito a Vienna l’oratorio «Il ritorno di Tobia», lodato dalla critica, che rilevò l’entusiasmo del pubblico, ammirato dall’arte di tessere così elegantemente espressione e naturalezza, nell’ardore degli interventi corali.

Dal 1776 il teatro di Esterháza ospitò una stagione teatrale che avrebbe presentato opere di autori italiani come «L’isola d’amore» di Antonio Sacchini e «La buona figliola» di Niccolò Piccinni

Durante la stagione 1779 si esibì il soprano, di appena diciannove anni, Luigia Polzelli, che sarebbe diventata l’amante del Maestro, rendendolo padre di Alois Anton Nikolaus.

Nuovamente Eisenstadt fu vittima di un ennesimo incendio e così si edificò un nuovo teatro, che sarebbe stato inaugurato il 25 febbraio 1781 con «La fedeltà premiata», che avrebbe ottenuto un grandissimo successo. Haydn collaborò con l’editore Artaria, che avrebbe pubblicato le sue composizioni in tutta Europa, dedicate soprattutto al pianoforte (il cui uso stava soppiantando quello del clavicembalo) e ai Quartetti.

Nel 1782 compose le «Sinfonie 76, 77, e 78», che avrebbe dovuto presentare in Inghilterra, ma il progettato viaggio sfumò; tre anni più tardi avrà miglior riuscita il tour a Parigi, dove avrebbe eseguito le «Sinfonie 82 e 87».

Nel ritorno in patria Haydn fu impegnatissimo quale maestro di cappella nella stagione lirica del teatro Esterháza, il cui culmine sarebbe stato toccato nel 1786 con l’esecuzione di diciassette opere per centoventicinque rappresentazioni. L’anno precedente iniziò a frequentare il giovane Mozart che, in omaggio alla nascente amicizia, gli avrebbe dedicato i suoi «6 Quartetti». Nel 1790, i due musicisti si sarebbero uniti per dei concerti londinesi, grazie alla scomparsa del principe Nicolaus, il cui figlio, il principe Anton, avrebbe sciolta la costosa cappella musicale, dispensando Haydn di un’ottima pensione annuale.

L’impresario Solomon organizzò il viaggio musicale a Londra, durante il quale Haydn sarebbe stato ricevuto a corte, otterrà la laurea honoris causa presso l’Università di Oxford, per cui eseguirà la «Sinfonia n. 92 Oxford»

Nel 1793 ritornò a Vienna via Bonn, dove avrebbe conosciuto un giovane violista dell’orchestra dell’elettore (ovvero del governatore), Ludwig Van Beethoven, che successivamente si trasferirà a Vienna, al fine di compiere studi di contrappunto con lui.

Dopo qualche mese di studio, Haydn avrebbe scritto all’elettore di Colonia, Maximilian Franz, lodando il giovane Ludwig e predicendo una grande carriera come compositore.

Nel 1794 ripartì nuovamente per Londra, ottenendo un successo clamoroso con l’esecuzione della «Sinfonia n. 99» (in cui impiegherà, per la prima volta, i clarinetti), la «Sinfonia n. 101» (per cui il pubblico chiese e ottenne il bis del primo e del secondo movimento) e la «Sinfonia n. 100 – La militare», forse il successo più grande della sua straordinaria carriera.

Haydn penserà di trasferirsi definitivamente in Inghilterra, al cui pubblico presenterà le Sinfonie 102 e 104, ma nel 1795, decise di tornare a Vienna, per rientrare a servizio della famiglia Esterháza.

Il principe Nicolaus II non presentò segni di simpatia per il grande musicista, a cui avrebbe chiesto di comporre una grande messa per l’onomastico della moglie, Maria Ermenegilda. Sarebbero nate così le sei messe degli ultimi anni di Haydn. Per il compleanno dell’imperatore, Francesco II, compose il «Volkslied», che cantato alla presenza dell’illustre festeggiato al Burgtheater, sarebbe diventato inno nazionale austriaco prima e tedesco poi.

Nel 1799 fu eseguito l’oratorio «La creazione» con straordinario successo di pubblico; l’anno dopo, morirà la moglie, Maria Anna.

Nel 1801, presentò «Le stagioni» e il 1803 registrò la sua ultima apparizione in pubblico per dirigere «Le sette parole». Nello stesso periodo iniziò la composizione del «Quartetto n. 103», che sarebbe rimasta incompiuta; dedicherà il resto della vita a metter ordine al catalogo delle sue opere, licenziandosi anche da Kappelmeister del principe Esterházy.

Per festeggiare il settantaseiesimo compleanno di Haydn (nel 1808), Antonio Salieri avrebbe diretto «La creazione», presente Beethoven, che, pubblicamente, si mostrerà assai riverente con il suo ormai anziano Maestro.

Il 7 febbraio 1809, firmò il suo testamento e il 31 maggio morì; per i suoi funerali fu eseguito il «Requiem» dell’amico fraterno, Wolfgang Amadeus Mozart.

A cura di Alessandro Di Adamo

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21 Agosto 2022

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