Pietro Metastasio fu poeta cesareo dal 1730 al 1782, anno della morte. Fu sicuramente il più grande librettista del Settecento.
Accanto all’importante erudizione letteraria, ricevuta da Gian Vincenzo Gravina, uno dei fondatori dell’Arcadia, approfondì anche gli studi musicali, come dimostrano i Trentasei Canoni composti, e custoditi presso la Biblioteca del Conservatorio di Musica Luigi Cherubini di Firenze; un’ulteriore copia sarebbe tra gli archivi del Liceo Musicale di Bologna.
Studiò composizione con uno dei massimi esponenti dell’importante Scuola napoletana: Nicolò Porpora per volontà della celebre Romanina (il soprano Marianna Benti Bulgarelli), nella cui casa conobbe i più grandi musicisti del suo tempo, tra cui Carlo Broschi detto Farinelli, che sarebbe diventato il gemello adorabile del poeta romano.
Aurelio De Giorgi Bertola nelle Osservazioni sopra Metastasio con alcuni versi (1784) scrisse:
«Il gran Porpora, suo maestro, lo aveva istruito nei profondi armonici misteri. Frequentò egli in appresso i Maestri di Cappella, conosceva i rapporti che vi sono tra la poesia, la musica ed il cuore, aveva entro il suo tavolino di studio un picciol cembalo a sordini, a questo ricorreva per prendere ristoro dopo molte ore d’applicazione. Trentasei Canoni di suo lavoro son già a stampa. Compose anche una musica facile e gentile per le tre canzonette a Nice. A questo cembalo tentava l’armonica espressione delle sue arie e delle più toccanti scene».
Anche Francesco Reina, nella Vita di Metastasio (1804), concordò:
«Apprese dal Porpora la profonda scienza musicale e giunse a tanto da poter comporre Canoni, trentasei dei quali sono a stampa».
Ed, infine, Emilio De Tipaldo, nel 1840, pubblicò nella Biografia degli Italiani illustri nelle scienze, lettere ed arti del secolo XVIII:
«Oltre una tanta ricchezza poetica, il Metastasio era altresì conoscitore di musica che dal Porpora gli era stata insegnata e nella quale alcuni pezzi compose che si diffusero poi colle stampe. Anzi, non si poneva mai a scriver le Arie de’ suoi drammi senza prima immaginare la cantilena che poteva loro essere applicata; ed aveva nello stesso suo scrittoio un piccolo cembalo a cui di frequente accorreva per provare l’armonia e la facilità de’ suoi versi».
Nell’inviare la celebre canzonetta, A Nice, al gemello Farinelli scrisse:
«Eccovi una canzonetta all’occasione della partenza di Nice. La troverete assai tenera, ma non mi fate il torto di credermi però innamorato. Voi sapete s’io son capace di tali debolezze. La musica è ordinaria ed è mia. Ma chi voglia cantarla con un poco di espressione ci troverà quello che bisogna per persuadere una Nice. Il di più produrrebbe applausi al musico e minori vantaggi all’amante».
La stessa idea fu confermata nella lettera, che inviò il 21 febbraio del 1750 alla Principessa di Belmonte:
«Se già V.E. ch’io non so scrivere cosa ch’abbia ad esser cantata senza (o bene o male) immaginarne la musica. Questa che le trasmetto è stata scritta su la musica che l’accompagna. E’ musica per verità semplicissima, ma pure quando si voglia cantarla con quella tenera espressione che io ci suppongo, vi si troverà tutto quello che bisogna per secondare le parole. E tutto quello che vi si aggiungerà di più ricercato potrà forse produrre maggior applauso al musico, produrrà certamente minor vantaggio all’amante».
Farinelli pose in musica la canzonetta A Nice, e Metastasio così commentò:
«Et a chi mai può far vergogna l’esser superato in musica dal mio incomparabile Farinello? Espressiva, graziosa e figlia legittima d’un arciconsole dell’arte è la vostra musica sopra la mia canzonetta. Vi ringrazio d’avermene fatto parte; e specialmente se questo è un segno d’amore. Se poi è stata malizia per criticar la mia, mi vendicherò anch’io su le prime poesie che metterete alle stampe».
Alla Principessa di Belmonte inviò la composizione del gemello:
«Eccole la musica del nostro Farinelli sopra la mia “Partenza di Nice”. La vegga, la canti, la consideri e l’ammiri. Egli ha conosciuto i difetti della mia musica, ha avuto compassione delle parole e le ha presentate in abito più decente nel partir di questa Corte».
Il 5 aprile 1770, il Poeta cesareo indirizzò una lettera al celebre P. Saverio Mattei (futuro insegnante di Gioachino Rossini e Gaetano Donizetti), discutendo sulla musica antica e sulla moderna, chiedendosi perché i maestri non andassero d’accordo:
«L’uno chiama dissonanza la quarta e l’altro la consonanza perfetta, quando accordandosi un gravicembalo esattamente a tenore delle divisioni del nostro sistema riesce sensibilmente scordato e se per rimediare a questo inconveniente debbono gli accordatori incominciar dal formare, ad orecchio, nel mezzo della tastatura, una quinta eccedente, ch’essi chiamano allegra, cioè scordata, affinché regolando poi su questa tutta l’accordatura, si spartisca il difetto e divenga insensibile».
Possiamo davvero notare la preparazione tecnica su una questione tanto spinosa quanto l’accordatura.
In una lettera del 30 settembre 1750, Metastasio scrisse alla Principessa di Belmonte, e finalmente parla dei Canoni composti.
«Io per invidia ho scritto un Canone e l’accludo a V.E, perché lo faccia passare sotto l’esame della signora Principessa di Viggiano; e s’ella lo approva, io sfiderò ai canoni il Sassone, Jommelli e tutti i Filarmonici di Bologna».
La collezione comprende 36 canoni a tre voci, divisi in tre fascicoli, dove ne sono equamente distribuiti 12, e dedicati «agli amatori del canto».
I testi poetici sono brevissimi, costituiti da strofe di soggetto amoroso, e spesso vi appare la solita Nice, a volte sostituita da Irene, o da un’anonima:
Come il candore
d’intatta neve
è d’un bel core
la fedeltà.
Un’orma sola
che in sé riceve
tutta gl’invola
la sua fedeltà.
I temi sono semplici e molto variati, ben adattati alle parole.
Pur non avendo lasciato capolavori musicali, dobbiamo riscontrare una mano ferma, conoscitrice delle regole per il ben comporre. Egli brillò nelle lettere, che rese musica.
Collegamenti consigliati su Pietro Metastasio
- Biografia
- Biografia di Carlo Broschi
- Biografia di Gian Vincenzo Gravina
- Biografia di Marianna Benti Bulgarelli
- Biografia di Niccolò Porpora
- Biografia di P. Saverio Mattei
- Sito dedicato
Collegamenti audio su Pietro Metastasio
Una serie di arie su testo di Pietro Metastasio, interpretate dal sopranista Aris Christofellis si possono ascoltare qui.
A cura di Alessandro Di Adamo
Altri articoli dello stesso autore in questo sito:
- Alla prima di Puccini Tosca
- L’impresario che lanciò Giuseppe Verdi
- Giacomo Puccini, un breve scorcio
- Arturo Toscanini al Teatro alla Scala
- L’Italiana in Algeri di Gioachino Rossini
- Francesco d’Assisi e la musica
- Nino Rota: la vita in una colonna sonora
- Dante e la musica
- La musica di Franz Joseph Haydn: la civiltà della Sonata
- Don Giovanni dalle fonti a Mozart